Le patologie delle emorroidi rappresentano un disturbo comune, spesso sottovalutato, che può compromettere la qualità della vita di chi ne soffre. Colpiscono almeno una volta circa il 75% della popolazione adulta e sono caratterizzate da infiammazione, dilatazione e prolasso dei plessi venosi nella zona anorettale.
Per prevenire e risolvere i disturbi del plesso emorroidario, risulta fondamentale intervenire sulla funzionalità del microcircolo, spesso trascurato e sottovalutato.
In questo articolo vedremo cosa sia il microcircolo, perché intervenire su di esso sia una strategia fondamentale in caso di problemi emorroidali e quali soluzioni possano contribuire a migliorare la salute vascolare a livello locale.
Cos’è il microcircolo e qual è il suo ruolo?
Il microcircolo, o microcircolazione, è l’insieme dei piccoli vasi sanguigni (arteriole, metarteriole, capillari e venule) che regolano lo scambio di ossigeno, nutrienti e scorie tra il sangue e i tessuti. Nella zona anale e rettale, il microcircolo garantisce la corretta ossigenazione e tonicità dei tessuti.
Quando il microcircolo non funziona in modo efficiente — a causa di stasi venosa, infiammazione cronica, aumento della pressione intra-addominale o stili di vita errati — i vasi emorroidari possono dilatarsi ed infiammarsi, dando origine ai sintomi tipici: dolore, bruciore, sanguinamento, prurito e prolasso.
Emorroidi infiammate: una patologia vascolare locale
Le emorroidi sono strutture vascolari presenti nel canale anale, costituite da un intreccio di vene, arteriole e tessuto connettivo, che svolgono una funzione importante nella continenza fecale.
Di per sé, le emorroidi non sono una malattia, ma una componente anatomica fisiologica. Diventano patologiche solo quando si gonfiano, si infiammano o prolassano, compromettendo anche le normali azioni quotidiane.
Diversi studi clinici hanno evidenziato che migliorare la funzionalità del microcircolo rappresenta un intervento efficace per ridurre la sintomatologia emorroidaria, in particolare nelle fasi iniziali e in caso di recidive frequenti.
La patologia emorroidaria, infatti, è legata a una disfunzione del plesso venoso, dove la stasi, l’ipertensione locale e l’infiammazione cronica compromettono l’integrità dei piccoli vasi.
Rafforzare il tono delle vene e la resistenza capillare aiuta a prevenire la dilatazione patologica dei vasi, il sanguinamento e il prolasso.
Ecco perché è essenziale agire a monte del problema, supportando il tono vascolare e riducendo la fragilità capillare.
Vediamo, di seguito, quale metodo seguire per migliorare la microcircolazione prevenendo e riducendo le patologie del plesso emorroidario.
Sostenere il microcircolo: un approccio integrato per i disturbi emorroidali
Per favorire la salute del microcircolo nella zona anorettale, è utile agire su più fronti. Ecco, nello specifico, quali:
- Assumere integratori di diosmina
- Curare l’alimentazione e l’idratazione per combattere la stitichezza
- Ridurre la sedentarietà
- Applicare trattamenti locali, come creme e pomate dedicate
1. Integratori a base di diosmina micronizzata contro l’infiammazione delle emorroidi

La diosmina è una sostanza vegetale appartenente alla classe dei flavonoidi, composti naturali che, se assunti con regolarità, possono aiutare a migliorare il tono venoso, ridurre l’edema ed alleviare l’infiammazione.
In particolare, il principio attivo MPFF, acronimo di Micronized Purified Flavonoid Fraction (frazione flavonoidica purificata e micronizzata), sembra essere il più indicato per supportare la funzionalità del microcircolo anche al livello del plesso emorroidario.
Che cos’è l’MPFF?
Si tratta di una miscela composta principalmente da diosmina micronizzata (90%) e altri flavonoidi come l’esperidina (10%), presente in specifici integratori per il microcircolo.La micronizzazione della diosmina è una tecnica che riduce il principio attivo in particelle estremamente piccole, dell’ordine di grandezza del micrometro. Questo particolare processo migliora l’assorbimento intestinale e quindi aumenta la biodisponibilità del farmaco o integratore.
Numerosi studi, tra cui la ricerca internazionale CHORUS (Chronic venous and HemORrhoidal diseases evalUation for improvement of Scientific knowledge), hanno evidenziato come il trattamento con MPFF abbia portato ad una significativa riduzione dei sintomi emorroidari, tra cui dolore, prurito e sanguinamento, già dopo 5–7 giorni di trattamento.
Il miglioramento è stato mantenuto anche a 25–30 giorni, con una significativa riduzione dei segni clinici di malattia emorroidaria.
2. Curare l’alimentazione e l’idratazione per il benessere del plesso emorroidario
La costipazione è uno dei principali fattori che determinano la comparsa ed il peggioramento delle patologie emorroidarie.
Quando l’intestino è pigro, l’aumento della pressione intra-addominale durante la defecazione può compromettere il ritorno venoso, causando un’eccessiva dilatazione delle emorroidi.
Una dieta corretta a tal proposito dovrebbe includere:
- Fibre alimentari solubili e insolubili: le fibre aumentano il volume e la morbidezza delle feci, facilitando il transito intestinale e riducendo la necessità di sforzo. È utile prediligere alimenti come verdure a foglia verde, carote, zucchine, frutta (soprattutto mele, pere, prugne), legumi e cereali integrali.
- Idratazione adeguata: bere almeno 2 litri di acqua al giorno (variabile in base a età, attività fisica e temperatura ambientale) è essenziale per ammorbidire le feci e garantire un transito intestinale regolare. Una dieta ricca di fibre senza acqua può paradossalmente peggiorare la stitichezza.
Studi recenti hanno confermato che l’aumento dell’apporto di fibre è associato a una significativa riduzione del dolore e del sanguinamento emorroidario, migliorando la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie ano-rettali.
3. Stile di vita attivo: muoversi per far fluire il sangue
La sedentarietà è nemica del microcircolo. Infatti, la stasi venosa, causata da posture statiche prolungate (in piedi o seduti), contribuisce al peggioramento dei sintomi emorroidari e rallenta il ritorno del sangue al cuore.
L’attività fisica, invece, stimola la pompa muscolare degli arti inferiori e migliora il ritorno venoso.
Attività consigliate in caso di disturbi emorroidali:
- Camminate quotidiane di almeno 30 minuti
- Nuoto (particolarmente indicato per la circolazione periferica)
- Ginnastica dolce o yoga
In caso di emorroidi infiammate e/o prolassate, è tendenzialmente sconsigliato fare sforzi intensi e sollevamento pesi, perché possono aumentare la pressione intra-addominale e peggiorare i sintomi.
La regolarità è più importante dell’intensità: anche brevi pause attive durante la giornata lavorativa (es. alzarsi ogni 30–60 minuti) possono fare la differenza.
4. Creme e pomate per emorroidi infiammate: sollievo immediato e supporto al microcircolo

I trattamenti locali svolgono un ruolo importante nella gestione di sintomi come bruciore, prurito, dolore e infiammazione nella zona anorettale. Pomate e creme per emorroidi possono essere usati come complemento alla terapia per le emorroidi, in particolare nei momenti di riacutizzazione.
Ecco, di seguito, i principi attivi più efficaci per la gestione delle patologie emorroidali:
- Ossido di zinco: proprietà lenitive, astringenti e protettive
- Escina (estratta dall’ippocastano): antinfiammatoria e vasoprotettiva, utile nel ridurre l’edema
- Calendula: cicatrizzante, antinfiammatoria, utile nei casi di irritazione o microlesioni
- Acido ialuronico: promuove la rigenerazione tissutale e mantiene l’idratazione locale
- Lidocaina (in alcune formulazioni): per un rapido effetto anestetico locale nei casi più dolorosi
Intervenire dall’interno, ad esempio con gli integratori per il microcircolo, e dall’esterno, con le pomate per il plesso emorroidario, consente un approccio più completo ed efficace, agendo sia sui sintomi che sulle cause alla base della fragilità venosa.
Conclusioni
Le patologie delle emorroidi sono un problema vascolare cronico, multifattoriale, ma reversibile se affrontato tempestivamente. Intervenire sul microcircolo è un passaggio cruciale per ridurre i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare il benessere quotidiano.
Anche se spesso trascurati o considerati un tabù, i disturbi emorroidali vanno compresi come un problema sistemico, che riflette un’alterazione del tono venoso e della funzione del microcircolo.
Migliorare la circolazione nella zona anorettale vuol dire anche favorire il benessere quotidiano, riducendo l’impatto di un disturbo che può limitare seriamente la qualità della vita, interferendo con il lavoro, il sonno, l’attività fisica e la serenità personale.
In quest’ottica, una strategia efficace include l’uso combinato di trattamenti sistemici e locali, la correzione delle abitudini intestinali, un’alimentazione funzionale e uno stile di vita attivo, creando un percorso realmente orientato alla risoluzione duratura del problema.
Fonti:
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