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Ecco quando scegliere i prodotti a base di artiglio del diavolo oppure di arnica

L'arnica e l'artiglio del diavolo sono due erbe molto note nella medicina naturale, tanto che numerose persone utilizzano i prodotti nati da queste piante come aiuto contro cervicale, mal di schiena, dolori articolari e molte altre problematiche.

Ma è meglio usare l'arnica o l'artiglio del diavolo? Sono dei rimedi equivalenti tra loro oppure no?

In questo articolo esploreremo i principi attivi, i benefici e gli utilizzi di entrambe le piante, e le metteremo a confronto in modo da capire quando scegliere l'una piuttosto che l'altra.

Che cos'è l'arnica e quali sono i suoi benefici?

L'arnica montana è un'erba appartenente alla famiglia delle Compositae (chiamate anche Asteracee) utilizzata sin dal XVI secolo per ridurre il dolore e le infiammazioni.

Il fusto può raggiungere circa i sessanta centimetri di altezza, ed i fiori, simili alle margherite, sono di colore giallo acceso.

arnica pianta

In natura cresce soprattutto nelle zone montuose europee - viene infatti chiamata "margherita di montagna" -, ma attualmente le sue coltivazioni sono particolarmente diffuse con l'obiettivo di sfruttare appieno le proprietà terapeutiche dei fiori.

I fiori dell'arnica sono ricchi di principi attivi funzionali, ad esempio flavonoidi, polifenoli, carotenoidi, lattoni sesquiterpenici e molte altre sostanze.

Molti di questi componenti interagiscono con il nostro organismo apportando numerosi benefici. In particolare, grazie ad essi l'arnica gode delle seguenti proprietà:

  • antinfiammatorie
  • antidolorifiche
  • antiossidanti
  • protettive della microcircolazione
  • revulsive

Leggi il seguente articolo per approfondire: Arnica: che cos'è, a cosa serve e quali sono le sue proprietà

Gli utilizzi dell'Arnica Montana

Con gli estratti e l'acqua di fiori di arnica vengono realizzati numerosi prodotti, tra cui arnica gel, creme, oli e spray.

Diversi studi (come il seguente: Clinical Trials, Potential Mechanisms, and Adverse Effects of Arnica as an Adjunct Medication for Pain Management) hanno testato con successo l'utilizzo dei preparati ad uso cutaneo contro dolori muscolari e perfino articolari.

Nel corso delle ricerche, l'uso continuativo dei prodotti all'arnica è risultato particolarmente efficace contro mal di schiena, dolore cervicale, strappi muscolari, contusioni, gonfiori, ecchimosi (lividi) e dolori articolari.

Inoltre, in commercio è possibile trovare prodotti omeopatici a uso orale a base degli estratti della pianta, ma la loro efficacia è dubbia.

Infatti l'arnica, se ingerita, è tossica per l'organismo: i prodotti ad uso orale possono contenere suoi estratti, ma solo se abbondantemente diluiti, a discapito quindi degli effetti del prodotto.

Vediamo ora che cos'è l'artiglio del diavolo e quali sono i suoi utilizzi.

Che cos'è l'artiglio del diavolo?

L'artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) è una pianta perenne che cresce prevalentemente in Africa occidentale e meridionale. Prende il suo nome molto particolare dalla forma dei suoi frutti violacei acuminati, che somigliano per l'appunto a degli uncini.

pianta di artiglio del diavolo

Alcune parti della pianta, come le radici, sono ricche di flavonoidi, triterpeni e fitosteroli, sostanze dalle proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e antiossidanti.

Per questo, l'artiglio del diavolo viene utilizzato da secoli nella medicina tradizionale Africana contro numerosi problemi articolari, muscolari e perfino digestivi, ma il suo impiego e la sua coltivazione sono ormai diffusi in tutto il mondo.

Benefici e utilizzi dell'artiglio del diavolo

Dagli estratti di artiglio del diavolo si producono prevalentemente integratori alimentari e preparati ad uso cutaneo, come gel, creme e pomate.

Nello specifico, gli integratori a base di questa pianta sono destinati alla funzionalità delle articolazioni e dell'apparato digerente.

Ad esempio, numerose persone assumono integratori di artiglio del diavolo come antinfiammatorio naturale contro i dolori causati da artrite ed osteoartrite oppure per favorire la digestione.

I gel all'artiglio del diavolo, come le creme e gli altri prodotti ad uso topico, sono invece molto richiesti per alleviare dolori articolari e muscolari. Sembra che applicare questi prodotti sulle zone interessate aiuti a ridurre fastidi e tensioni.

Ma quale prodotto scegliere tra arnica e artiglio del diavolo?

Arnica o artiglio del diavolo: quale utilizzare in base alle diverse problematiche?

Entrambe le piante sono ricche di principi attivi antinfiammatori e antidolorifici, ma ci sono delle differenze.

L'arnica è consigliata come aiuto contro le seguenti problematiche:

  • ematomi e lividi
  • distorsioni
  • contusioni
  • mal di schiena
  • crampi e stiramenti muscolari
  • DOMS, gli indolenzimenti muscolari a insorgenza ritardata tipici dell'esercizio fisico intenso
  • edema, ossia l'accumulo di liquidi nei tessuti interstiziali
  • fastidi cutanei, incluse le punture di insetto

Inoltre tantissime persone utilizzano il gel e la crema all'arnica per riscaldare i muscoli prima dell'attività fisica e per dare sollievo agli stessi dopo lo sport.

L'artiglio del diavolo, invece, è particolarmente utile per:

  • dolori articolari
  • gonfiore e rigidità articolare, anche causati da patologie come l'artrosi
  • mal di schiena
  • dolori alla cervicale (cervicalgia)
  • tendinite
  • sciatica

E, più in generale, per infiammazioni croniche.

Dunque, l'arnica è particolarmente utile in caso di traumi, a differenza dell'artiglio del diavolo che è più indicato in caso di infiammazioni e problematiche croniche, ma non traumatiche.

In conclusione, non possiamo dire quale pianta sia la migliore tra l'arnica e l'artiglio del diavolo: entrambe si possono utilizzare in base alle esigenze dell'organismo.

Fonti:

Monica L Andersen, Eduardo H.R Santos, Maria de Lourdes V Seabra, Ana A.B da Silva, Sergio Tufik,
Evaluation of acute and chronic treatments with Harpagophytum procumbens on Freund’s adjuvant-induced arthritis in rats, Journal of Ethnopharmacology, Volume 91, Issues 2–3, 2004, Pages 325-330, ISSN 0378-8741, https://doi.org/10.1016/j.jep.2004.01.003.

Smith AG, Miles VN, Holmes DT, Chen X, Lei W. Clinical Trials, Potential Mechanisms, and Adverse Effects of Arnica as an Adjunct Medication for Pain Management. Medicines (Basel). 2021 Oct 9;8(10):58. doi: 10.3390/medicines8100058. PMID: 34677487; PMCID: PMC8537440.

Wegener T, Lüpke NP. Treatment of patients with arthrosis of hip or knee with an aqueous extract of devil's claw (Harpagophytum procumbens DC.). Phytother Res. 2003 Dec;17(10):1165-72. doi: 10.1002/ptr.1322. PMID: 14669250.

Kriplani P, Guarve K, Baghael US. Arnica montana L. - a plant of healing: review. J Pharm Pharmacol. 2017 Aug;69(8):925-945. doi: 10.1111/jphp.12724. Epub 2017 Apr 11. PMID: 28401567.

Menghini L, Recinella L, Leone S, Chiavaroli A, Cicala C, Brunetti L, Vladimir-Knežević S, Orlando G, Ferrante C. Devil's claw (Harpagophytum procumbens) and chronic inflammatory diseases: A concise overview on preclinical and clinical data. Phytother Res. 2019 Sep;33(9):2152-2162. doi: 10.1002/ptr.6395. Epub 2019 Jul 4. PMID: 31273865.

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Definizione, proprietà e benefici della diosmina

La diosmina è una sostanza vegetale isolata per la prima volta nel 1925. Ad oggi viene spesso consigliata, sotto forma di integratori per il microcircolo, creme e pomate, con l'obiettivo di favorire una buona circolazione e attenuare particolari problematiche, come emorroidi e gambe gonfie.

Ma che cos'è esattamente, a cosa serve e in quali forme si può assumere?

Che cos'è la diosmina e dove si trova in natura?

La diosmina è un composto naturale che appartiene alla classe dei bioflavonoidi (detti anche flavonoidi), sostanze vegetali che esercitano diverse attività benefiche per l'organismo.

Tra le più importanti, troviamo l'azione antiossidante, quella antinfiammatoria e l'azione protettiva del microcircolo.

In natura, troviamo grandi concentrazioni di questo flavonoide soprattutto negli agrumi, ad esempio nelle arance, nei pompelmi e nei mandarini, e in alcuni arbusti, come la Ruta graveolens e la Barosma betulina.

Dalla fine degli anni '60, la diosmina viene largamente utilizzata come aiuto contro numerose problematiche, tra cui emorroidi, gambe gonfie, vene varicose e molto altro ancora.

Benefici e proprietà

I bioflavonoidi sono oggetto di ricerca costante per via dei numerosi effetti positivi sull'organismo umano.

In particolare, numerosi studi hanno confermato i benefici della diosmina, che svolge principalmente azione antiossidante e antinfiammatoria, ma anche antiiperglicemica, antimutagena e antiulcera. (Huwait E, Mobashir M., Potential and Therapeutic Roles of Diosmin in Human Diseases).

Ulteriori ricerche suggeriscono come la diosmina sottoposta a micronizzazione – ossia ridotta in frammenti di dimensioni estremamente piccole, dell'ordine del micrometro – abbia un'azione positiva sul microcircolo, sul drenaggio linfatico e, indirettamente, sul tono venoso. (Venoactive Drugs, capitolo 14, Albert-Adrien Ramelet)

Ecco, di seguito, i dettagli sulle più importanti proprietà della diosmina:

  • Azione antiossidante: sembra che il bioflavonoide aiuti a neutralizzare i radicali liberi, riducendo lo stress ossidativo dell'organismo, un'alterazione che causa numerosi danni (tra cui l'invecchiamento precoce delle cellule).
  • Azione antinfiammatoria: quando l'organismo umano presenta un'infiammazione, è possibile rilevarla misurando i livelli dei cosiddetti marker infiammatori mediante appositi esami del sangue. Sembra che la diosmina abbassi il livello di questi marcatori grazie ai suoi effetti antinfiammatori.
  • Azione benefica su microcircolo, drenaggio linfatico e tono venoso: la diosmina aiuta a proteggere la permeabilità microvascolare (il microcircolo è composto da arteriole, metarteriole, capillari e venule), a migliorare il flusso linfatico, ridurre il diametro dei vasi linfatici e della pressione intralinfatica e a migliorare il tono venoso prolungando l'azione di un particolare ormone chiamato noradrenalina.

Inoltre, la diosmina viene utilizzata insieme ad altri flavonoidi, come l'esperidina, per potenziare gli effetti benefici e contrastare al meglio numerose problematiche.

Gli utilizzi della diosmina: a cosa serve e come integrarla

I benefici della diosmina la rendono un ingrediente ideale per prodotti a uso esterno, come pomate, creme o gel da applicare direttamente sulla pelle, e per prodotti a uso interno, come integratori e medicinali.

diosmina in compresse

Questi preparati sono principalmente usati contro emorroidi, vene varicose, fragilità capillare, gambe gonfie, ritenzione idrica e cellulite.

Attenzione, però: la diosmina non fa dimagrire. Il suo effetto benefico sul microcircolo e i suoi utilizzi in caso di cellulite e ritenzione idrica non hanno effetti dimagranti, dunque non determinano una perdita di grasso corporeo.

Leggi anche: Diosmina contro la cellulite: ecco come il flavonoide aiuta a ridurre il problema

Tra i più comuni prodotti alla diosmina troviamo:

  • Farmaci e integratori per il microcircolo, per le emorroidi e per il drenaggio linfatico a base di diosmina micronizzata (spesso unita ad altri flavonoidi ed estratti come l'esperidina, il rusco e l'ippocastano).
  • Gel e creme per le gambe gonfie e pesanti e per capillari fragili, da applicare con un leggero massaggio per favorire l'assorbimento del principio attivo.
  • Creme e pomate per emorroidi, capaci di attenuare i disturbi emorroidali e di ridurre il prurito e il gonfiore.
  • Creme per occhiaie e couperose, che aiuterebbero a ridurre la problematica.

Come integrare la diosmina in caso di necessità

In caso di scarsa funzionalità del microcircolo, spesso si consiglia l'assunzione di integratori a base di diosmina ed esperidina (in compresse che contengono 450 mg di diosmina e 50 mg di esperidina micronizzate).

È il medico a stabilire per quanto tempo assumere l'integratore, periodo che di solito non supera i tre mesi, mentre il dosaggio consigliato è di una o due compresse da 500 mg al giorno.

Per aumentare l'apporto del flavonoide è consigliato anche badare all'alimentazione: come anticipato, la diosmina è presente in numerosi frutti appartenenti al genere Citrus, che noi conosciamo come agrumi.

Via libera, dunque, ad arance, limoni, pompelmi e mandarini, specialmente se freschi, di stagione e non trattati.

alimenti ricchi di diosmina

Controindicazioni, effetti collaterali ed eventuali interazioni con altre sostanze

Fra i possibili effetti collaterali causati dall'assunzione di diosmina, anche se molto rari, troviamo dolori addominali, dolori gastrici, diarrea e mal di testa.

Non ci sono controindicazioni particolari sull'assunzione del principio attivo, ma alcuni studi (tra cui Pharmacokinetic interaction of diosmetin and silibinin with other drugs, Poór M, Boda G, Mohos V, Kuzma M, Bálint M, Hetényi C, Bencsik T) suggeriscono che essa potrebbe interagire con anticoagulanti, anticonvulsivanti e antinfiammatori.

Infatti, sembra che il flavonoide possa ridurre l'assorbimento dei principi attivi di questi farmaci.

Prima di assumere integratori o medicinali a base di diosmina è quindi opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante.

La diosmina è davvero utile?

I numerosi studi in vitro e in vivo svolti sulla diosmina hanno dimostrato gli effetti benefici sull'organismo, tra cui l'azione antiossidante, quella antiinfiammatoria e l'azione positiva sulla microcircolazione.

Naturalmente, prima di assumere qualsiasi integratore alimentare – compresi gli integratori di flavonoidi –, è bene consultare il medico in modo da scongiurare eventuali interazioni con altre sostanze, ad esempio farmaci o altri integratori.

Fonti:

Potential and Therepeutic Roles of Diosmin in Human Diseases (Huwait E, Mobashir M. Potential and Therapeutic Roles of Diosmin in Human Diseases. Biomedicines. 2022 May 6;10(5):1076. doi: 10.3390/biomedicines10051076. PMID: 35625813; PMCID: PMC9138579)

Venoactive Drugs (Albert-Adrien Ramelet, Chapter 14 - Venoactive Drugs, Editor(s): Mitchel P. Goldman, Jean-Jérôme Guex, Robert A. Weiss, Sclerotherapy (Fifth Edition), W.B. Saunders, 2011, Pages 369-377, ISBN 9780323073677, https://doi.org/10.1016/B978-0-323-07367-7.00020-0)

Pharmacokinetic interaction of diosmetin and silibinin with other drugs (Poór M, Boda G, Mohos V, Kuzma M, Bálint M, Hetényi C, Bencsik T. Pharmacokinetic interaction of diosmetin and silibinin with other drugs: Inhibition of CYP2C9-mediated biotransformation and displacement from serum albumin. Biomed Pharmacother. 2018 Jun;102:912-921. doi: 10.1016/j.biopha.2018.03.146. Epub 2018 Apr 5. PMID: 29710546)

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Disclaimer: le informazioni riportate all'interno dell'articolo rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.

Definizione, proprietà e benefici della diosmina La diosmina è una sostanza vegetale isolata per la prima volta nel 1925. Ad oggi viene spesso consigliata, sotto forma di integratori per il microcircolo, creme e pomate, con l’obiettivo di favorire una buona circolazione e attenuare particolari problematiche, come emorroidi e gambe gonfie. Ma che cos’è esattamente, a […]

La troviamo come ingrediente in creme, gel e oli, da secoli viene utilizzata nella medicina omeopatica e molti sportivi la utilizzano regolarmente… Ma l'arnica che cos'è e perché se ne parla tanto in caso di tensioni muscolari e contusioni?

Che cos'è l'arnica montana

L'arnica (nome scientifico: Arnica Montana L.), è una pianta perenne originaria delle montagne dell'Europa e del Nord America e coltivata in diverse parti del mondo.

Il fusto, che può raggiungere un'altezza di 1-2 metri, presenta foglie color verde brillante e fiori molto profumati di colore giallo acceso.

arnica fiore

Ma il fiore di arnica non è conosciuto solo per la sua bellezza e per il suo profumo: sembra infatti che sia ricco di principi attivi benefici per l'organismo umano.

Non a caso, viene largamente utilizzato sotto forma di estratto per la produzione di gel, creme, oli e rimedi omeopatici che in molti usano per gestire dolori e tensioni muscolari.

Proprietà e benefici

La pianta di arnica, e in particolar modo il suo fiore, è ricca di sostanze attive come lattoni sesquiterpenici, flavonoidi, oli essenziali e polisaccaridi.

Grazie ad alcuni di questi componenti, l'arnica sembra avere proprietà analgesiche, antinfiammatorie, antiedematose, antiossidanti e revulsive, analizzate e confermate da molteplici studi in vitro e in vivo.

Ecco, di seguito, i dettagli sulle proprietà benefiche dell'arnica:

  • analgesiche (antidolorifiche), grazie all'elevata concentrazione di sesquiterpeni. Questa proprietà viene sfruttata soprattutto con l'utilizzo di prodotti a uso topico, da applicare direttamente sulla zona interessata;
  • antinfiammatorie e antiedematose, grazie alla presenza di flavonoidi ed elenalina, lattone sesquiterpenico capace di inibire il fattore di trascrizione NF-kB. Questo fattore è coinvolto nei processi infiammatori dell'organismo umano, e numerosi farmaci e preparati antinfiammatori agiscono proprio inibendo la sua produzione;
  • antiossidanti e protettive del microcircolo, per via dell'elevata concentrazione di flavonoidi. Queste sostanze naturali proteggono e rinforzano il microcircolo (composto da arteriole, metarteriole, capillari e venule) e aiutano a migliorare il drenaggio linfatico.
  • revulsive, ossia capaci di stimolare l'afflusso sanguigno agli strati superficiali della pelle. L'effetto revulsivo può essere utile in caso di infiammazioni, contusioni e come decongestionante.

Vediamo, precisamente, a cosa serve l'arnica e come sfruttare al meglio i benefici di questa pianta officinale.

Utilizzi dell'arnica: ecco come vengono impiegati i suoi estratti

Dai fiori dell'arnica, e talvolta dal rizoma e dalle radici, si producono estratti largamente utilizzati in campo cosmetico, in quello omeopatico e nel settore della veterinaria.

Spesso i concentrati di arnica sono associati ad estratti di altre piante dalle proprietà simili, come l'eucalipto, l'artiglio del diavolo e il mentolo.

A partire da questi estratti si sviluppano prodotti usati come rimedio naturale contro dolori muscolari, contratture, ematomi post operatori, contusioni (anche nei bambini) e perfino punture d'insetto.

Nello specifico, tra i prodotti cosmetici troviamo creme, pomate, oli, spray e gel all'arnica, da applicare con un massaggio direttamente sulla zona interessata da dolore, rigidità, gonfiore o ematomi, ma mai sulle ferite aperte.

Tra i farmaci omeopatici autorizzati troviamo soprattutto compresse, cerotti, granuli e integratori, mentre il prodotto per animali più diffuso è il gel all'arnica per cavalli, usato per massaggiare i muscoli e le giunture dei cavalli da corsa.

I prodotti a base di arnica hanno un campo di applicazione vastissimo. Ecco qualche esempio:

  • tantissimi sportivi e sportive usano l'arnica in crema e in gel con l'obiettivo di riscaldare i muscoli prima dell'attività e per rilassare le zone affaticate dopo l'esercizio fisico. L'articolo più ricercato in questi casi è il cosiddetto "gel di arnica per cavalli a uso umano" perché, di solito, la concentrazione di estratti è più alta in questa tipologia di prodotto che in altri;
  • molte persone usano gel, creme, oli o pomate a base di arnica per placare dolori al tratto cervicale, ai muscoli, ai tendini e alle articolazioni;
  • spesso l'arnica viene impiegata anche nel periodo post operatorio con lo scopo di favorire l'assorbimento di gonfiori ed ecchimosi (lividi);
  • numerosi professionisti e professioniste – nel campo della fisioterapia, massaggi, massoterapia etc. – si servono dei prodotti all'arnica montana per svolgere massaggi distensivi e decontratturanti sui pazienti.
arnica montana per massaggi

Attenzione però: mai affidarsi alla preparazione di rimedi fai-da-te, soprattutto a uso interno. Ingerire questa pianta può avere degli effetti collaterali anche molto gravi.

Effetti collaterali e controindicazioni

Se assunta a uso interno, l'arnica non correttamente diluita può essere tossica per l'organismo, in particolare per il fegato. È quindi estremamente importante usare esclusivamente i prodotti disponibili in commercio, evitando le soluzioni casalinghe (i cosiddetti "rimedi della nonna").

Assumere rimedi omeopatici a base di questa pianta potrebbe ridurre l'efficacia di farmaci anticoagulanti, antitrombotici ed eparine a basso peso molecolare.

Inoltre, è sconsigliato usare prodotti all'arnica, anche a uso topico, in caso di allergia alla pianta.

Leggi anche: Si può usare l’arnica in gravidanza? Dipende: ecco i benefici e le controindicazioni

L'arnica è davvero efficace?

Le proprietà antinfiammatorie, analgesiche, revulsive e antiossidanti dell'arnica sono state analizzate in numerosi studi, spesso con esito positivo quando condotti su prodotti a uso esterno con un'alta concentrazione di estratti.

Non a caso, tantissime persone usano con regolarità le creme e i gel a base di estratti di questa pianta, ritenendoli dei validi alleati in caso di tensioni muscolari e contratture.

Sono state svolte altrettante ricerche sui prodotti omeopatici, ma con risultati meno promettenti. Una delle ipotesi è la seguente: poiché gli estratti sono molto diluiti in questi preparati (in modo che le persone possano ingerirli evitando l'intossicazione), il loro effetto è estremamente limitato.

È possibile, dunque, che l'efficacia dell'arnica dipenda dalla sua concentrazione all'interno del prodotto, ma le ricerche condotte sulle proprietà della pianta sono comprovate.

Fonti:

Smith AG, Miles VN, Holmes DT, Chen X, Lei W. Clinical Trials, Potential Mechanisms, and Adverse Effects of Arnica as an Adjunct Medication for Pain Management. Medicines (Basel). 2021 Oct 9;8(10):58. doi: 10.3390/medicines8100058. PMID: 34677487; PMCID: PMC8537440

Kriplani P, Guarve K, Baghael US. Arnica montana L. - a plant of healing: review. J Pharm Pharmacol. 2017 Aug;69(8):925-945. doi: 10.1111/jphp.12724. Epub 2017 Apr 11. PMID: 28401567

Ekenäs C, Zebrowska A, Schuler B, Vrede T, Andreasen K, Backlund A, Merfort I, Bohlin L. Screening for anti-inflammatory activity of 12 Arnica (Asteraceae) species assessed by inhibition of NF-kappaB and release of human neutrophil elastase. Planta Med. 2008 Dec;74(15):1789-94. doi: 10.1055/s-0028-1088320. Epub 2008 Oct 30. PMID: 18975264

Disclaimer: le informazioni riportate all'interno dell'articolo rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.

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Siamo felici di annunciare che il 19, il 20 e il 21 aprile 2024 Dulàc Farmaceutici 1982 ha presenziato a Cosmofarma Exhibitionl'evento leader europeo per il mondo della farmacia.

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Cosmofarma ha attirato migliaia di professionisti e aziende farmaceutiche da tutto il mondo. Il nostro stand era posizionato nel cuore dell'area espositiva, dove abbiamo avuto l'opportunità di incontrare clienti attuali e potenziali, ma anche di partecipare a conferenze formative e fare networking con altri partecipanti.

Un ringraziamento speciale va agli organizzatori della fiera per aver reso possibile questo evento straordinario.

Vogliamo inoltre porgere un enorme ringraziamento a tutti coloro che hanno visitato il nostro stand durante Cosmofarma. È stato un privilegio condividere con voi le nostre innovazioni e i nostri progetti futuri nel campo farmaceutico.

Un ringraziamento caloroso anche a tutti i partecipanti, speaker e espositori che hanno reso Cosmofarma così stimolante. Le vostre idee e conoscenze hanno arricchito profondamente la nostra esperienza.

Guardiamo avanti con entusiasmo alla prossima edizione e alle opportunità future che questo evento ci porterà.

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Le gambe pesanti sono un disturbo molto comune, che spesso causa estremo disagio ed influisce negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Questo sintomo, spesso accompagnato da gonfiore, stanchezza e dolori, può derivare da una serie di fattori legati allo stile di vita o da patologie cliniche più complesse.

Esaminiamo più da vicino le cause delle gambe pesanti e i modi per gestire questo sintomo debilitante.

Cause delle gambe pesanti

Insufficienza venosa

L'insufficienza venosa cronica (IVC) è una delle principali cause delle gambe gonfie e pesanti.

Nello specifico, si tratta di una condizione in cui le vene delle gambe hanno difficoltà a far fluire il sangue verso il cuore in modo efficiente.

Infatti, le vene delle gambe contengono valvole che si aprono e si chiudono per consentire al sangue di scorrere verso il cuore. Tuttavia, quando queste valvole sono danneggiate o indebolite, il sangue può retrocedere e accumularsi nelle vene anziché fluire correttamente verso l'alto.

Tra i sintomi dell'insufficienza venosa cronica troviamo gambe pesanti, gonfie e doloranti, crampi notturni, prurito e cambiamenti nella pelle delle gambe come colorazione scura o ulcere venose.

Le principali cause dell'insufficienza venosa includono:

  • Compromissione delle valvole venose, le quali possono indebolirsi con il tempo o essere danneggiate a causa di fattori come gravidanza, obesità, invecchiamento o traumi. Questo può causare il ristagno del sangue nelle vene delle gambe.
  • Difetti strutturali delle vene: alcune persone possono nascere con difetti strutturali delle vene che rendono difficile per le valvole svolgere correttamente la loro funzione di regolazione del flusso sanguigno.
  • Posizioni statiche prolungate: stare in piedi o seduti per lunghi periodi senza fare movimento può ostacolare il ritorno venoso e contribuire all'insufficienza venosa cronica.
  • Obesità o sovrappeso: l'eccesso di peso può aumentare la pressione sulle vene delle gambe, influenzando negativamente la loro funzionalità.
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica può indebolire i muscoli delle gambe. fondamentali per spingere il sangue verso il cuore.
  • Gravidanza: durante la gravidanza, i cambiamenti ormonali possono indebolire le pareti delle vene e le valvole, contribuendo all'IVC.

Il trattamento dell'insufficienza venosa solitamente include l'assunzione di farmaci dedicati, l'utilizzo di calze a compressione graduata e il cambiamento dello stile di vita (riducendo sovrappeso, sedentarietà e aumentando l'attività fisica).

Nei casi più gravi può essere necessario ricorrere ad interventi chirurgici o altre procedure meno invasive per trattare le vene danneggiate e ripristinare il flusso sanguigno normale.

Scarsa funzionalità del micorcircolo

Il microcircolo è costituito da una rete di piccoli vasi sanguigni che includono arteriole, capillari e venule. Esso fornisce sangue, ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti e agli organi ed elimina i prodotti di scarto metabolico dai tessuti.

I problemi al microcircolo possono avere un impatto significativo sulla salute degli arti inferiori, contribuendo a rendere le gambe gonfie e pesanti e provocando il ristagno di liquidi nei tessuti (edema), vene varicose e capillari fragili.

Per mantenere un microcircolo funzionale, è importante adottare uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata, l'esercizio fisico regolare, mantenga un peso corporeo sano ed escluda fumo e alcol.

Inoltre, il trattamento può includere l'assunzione di farmaci ed integratori di flavonoidi, come gli integratori a base di diosmina ed esperidina. Anche l'utilizzo di una crema per gambe pesanti può aiutare, anche se temporaneamente, ad alleviare la fastidiosa sensazione di gonfiore e pesantezza.

gambe gonfie e pesanti cause

Immagine di freepik

Sovrappeso e obesità

Il peso corporeo troppo elevato esercita una maggiore pressione sulle gambe, compromettendo la circolazione sanguigna. Per questo, le persone sovrappeso e obese sono più inclini a sviluppare problemi circolatori che causano gambe pesanti e altre gravi problematiche.

Ecco, di seguito, i principali modi in cui l'obesità può contribuire alle gambe gonfie e pesanti:

  • Rischio di insufficienza venosa cronica (IVC): l'obesità è un fattore di rischio per lo sviluppo di insufficienza venosa cronica (IVC). L'eccesso di peso può causare danni alle valvole venose o alle pareti delle vene stesse, compromettendo la capacità del sistema venoso di far fluire il sangue correttamente.
  • Infiammazione cronica: l'obesità è associata all'infiammazione costante del tessuto adiposo. Tra le varie conseguenze, l'infiammazione cronica può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni, contribuendo alla disfunzione vascolare e all'accumulo di liquidi nelle gambe.
  • Compressione dei vasi sanguigni: il peso in eccesso può esercitare eccessiva pressione sui vasi sanguigni delle gambe, compromettendo il flusso sanguigno e causando gambe pesanti e gonfie.
  • Difficoltà nel movimento: le persone obese e sovrappeso possono essere meno attive fisicamente a causa delle limitazioni di movimento, il che può contribuire alla stasi venosa e all'accumulo di fluidi nelle gambe.

Ridurre il peso corporeo può alleviare la pressione sulle gambe e migliorare la circolazione sanguigna, contribuendo a ridurre i sintomi e prevenire complicazioni vascolari a lungo termine.

Stile di vita sedentario

La sedentarietà può favorire la sensazione di gambe pesanti attraverso vari meccanismi che influenzano la circolazione sanguigna e la salute vascolare delle gambe. Ecco in che modo:

  • Quando si è sedentari per lunghi periodi, i muscoli delle gambe diventano meno efficienti nel favorire il ritorno venoso, causando un accumulo di sangue nelle vene e aumentando la sensazione di pesantezza alle gambe. L'attività fisica regolare, invece, aiuta a mantenere tonici i muscoli delle gambe, che svolgono un ruolo importante nel pompare il sangue verso il cuore.
  • Restare seduti o inattivi per molte ore di fila può ostacolare il flusso sanguigno nelle gambe. La mancanza di movimento impedisce al sangue di circolare efficacemente attraverso le vene, aumentando il rischio di ristagno e gonfiore.
  • La sedentarietà è un fattore di rischio per lo sviluppo dell'insufficienza venosa cronica, patologia che può causare gambe pesanti, gonfiore e altri sintomi associati.
  • La mancanza di attività fisica può portare all'aumento di peso, fattore che a sua volta aumenta la pressione sulle gambe compromettendo la funzionalità della circolazione sanguigna.

Per contrastare la correlazione tra gambe pesanti e sedentarietà, è importante adottare uno stile di vita attivo e fare regolare esercizio fisico.

L'attività fisica aerobica, come camminare, nuotare o correre, aiuta a migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe e a tonificare i muscoli delle gambe, favorendo il ritorno venoso.

Inoltre, fare brevi pause durante il lavoro sedentario per muoversi e sollevare le gambe può contribuire a prevenire il ristagno del sangue nelle vene e alleviare i sintomi di gambe pesanti.

Patologie che contribuiscono alla pesantezza delle gambe

Alcune patologie possono influenzare negativamente la circolazione sanguigna, causando gambe pesanti come sintomo associato. Ecco, di seguito, le principali:

  • Ipotiroidismo: l'ipotiroidismo è una condizione in cui la ghiandola tiroidea non produce sufficienti quantità di ormone tiroideo. Questa patologia può rallentare il metabolismo e causare un accumulo di fluidi nei tessuti, inclusi quelli delle gambe, che possono risultare gonfie e pesanti.
  • Malattie cardiache: le malattie cardiache possono influenzare la circolazione sanguigna in tutto il corpo, inclusa quella nelle gambe. Ad esempio, l'insufficienza cardiaca può portare a un ristagno di sangue nelle vene delle gambe, causando gonfiore e sensazione di pesantezza.
  • Malattie renali: le malattie renali possono portare a un aumento della ritenzione idrica e degli squilibri elettrolitici. Questo può causare gonfiore alle gambe e contribuire alla sensazione di pesantezza. Inoltre, l'insufficienza renale può influenzare negativamente il sistema circolatorio.
  • Malattie epatiche: le malattie del fegato, come la cirrosi epatica, possono portare a un'alterazione della circolazione sanguigna nel corpo. La cirrosi può causare un aumento della pressione sanguigna nelle vene del sistema portale, che può a sua volta influenzare la circolazione nelle gambe.
  • Sindrome delle Gambe Senza Riposo (RLS): questa sindrome è caratterizzata da un irrefrenabile bisogno di muovere le gambe, che si presenta soprattutto la sera o la notte, quando si è sdraiati o seduti. Questo disturbo può influenzare la qualità del sonno e aggravare la sensazione di pesantezza alle gambe.

È importante consultare un medico se si sospetta di avere una di queste condizioni, in modo che possa svolgere una diagnosi accurata e prescrivere un trattamento mirato.

Trattamenti per le Gambe Pesanti

gambe pesanti trattamenti e cause

Sebbene alcune cause delle gambe pesanti abbiano bisogno di terapie specifiche, alcuni accorgimenti possono aiutare ad alleviare questo fastidioso sintomo:

Attività fisica regolare

L'esercizio regolare è fondamentale per migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe. Attività come camminare, nuotare o fare sport possono aiutare a ridurre il gonfiore e la sensazione di pesantezza.

Evitare di rimanere seduti o in piedi per lunghi periodi

In caso di lavoro sedentario, è consigliabile fare brevi pause per muoversi, camminare o sollevare le gambe per facilitare il ritorno venoso.

Calze a compressione graduata

Le calze a compressione graduata possono essere utili per migliorare il flusso sanguigno nelle gambe, poiché aiutano a far scorrere il sangue verso il cuore riducendo il gonfiore e la sensazione di pesantezza.

Creme/gel effetto freddo

Le creme per gambe pesanti effetto freddo riducono il gonfiore e la sensazione di pesantezza alle gambe attraverso la vasocostrizione. Inoltre, il mentolo contenuto in questi prodotti aiuta a ridurre il fastidio grazie alla sua azione rinfrescante e anestetica a livello locale.

Dieta equilibrata

Una dieta ricca di frutta, verdura, fibre e bassa in sale può contribuire a mantenere un peso sano e a favorire la salute vascolare.

Trattamenti medici

In alcuni casi, possono essere necessari trattamenti medici più avanzati per affrontare le cause delle gambe pesanti. Questi includono terapie farmacologiche, interventi chirurgici o procedure per migliorare la circolazione sanguigna.

Leggi anche: Gambe gonfie: rimedi veloci per contrastare il problema

Conclusioni

Le gambe pesanti possono derivare da diverse cause, tra cui problemi circolatori (come l'insufficienza venosa cronica), l'obesità, lo stile di vita sedentario e altri fattori.

Se il problema è cronico, è essenziale rivolgersi a un medico per identificare la causa specifica e adottare le cure più efficaci.

I trattamenti possono includere cambiamenti dello stile di vita come l'esercizio regolare, il sollevamento delle gambe per favorire il ritorno sanguigno al cuore e l'uso di calze a compressione graduata.

Per i casi più gravi, possono essere necessarie terapie mediche come farmaci e interventi chirurgici più o meno invasivi.

Le gambe pesanti sono un disturbo molto comune, che spesso causa estremo disagio ed influisce negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre. Questo sintomo, spesso accompagnato da gonfiore, stanchezza e dolori, può derivare da una serie di fattori legati allo stile di vita o da patologie cliniche più complesse. Esaminiamo più da vicino […]

L'arnica, nota scientificamente come Arnica L. 1753 o Arnica montana, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

È originaria delle regioni montuose del Nord America, dell'Europa e dell'Asia settentrionale, dove cresce spontaneamente.

Conosciuta da secoli per le sue proprietà terapeutiche, la pianta di arnica è ampiamente utilizzata per la sua potenziale azione benefica contro dolori muscolari, infiammazioni, gonfiori e contusioni.

Storia e habitat della pianta di arnica

arnica pianta perenne
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L'arnica ha una storia ricca e affascinante. I primi riscontri del suo utilizzo risalgono al XII secolo, quando era impiegata dalle tribù native americane e dalle popolazioni indigene dell'Europa per le sue proprietà curative.

Queste popolazioni usavano la pianta di arnica come rimedio per trattare una vasta gamma di disturbi, tra cui dolori muscolari, edemi, infiammazioni e contusioni.

Questo uso si diffuse anche in Europa, dove l'arnica divenne una componente fondamentale della medicina popolare e continua a essere una risorsa preziosa per la medicina naturale e l'industria erboristica.

In Italia, l'arnica viene attualmente coltivata in giardini officinali, raccolta in natura nelle regioni montuose oppure coltivata in appositi vivai.

La pianta propspera in luoghi come prati alpini, boschi di montagna e pendii rocciosi, dove il terreno è ben drenato e l'esposizione al sole è abbondante.

Ad esempio, in Italia l'arnica cresce nelle Alpi e nell'Appennino tosco-emiliano tra i 500 e i 2000m di altezza sopra il livello del mare.

Caratteristiche botaniche della pianta di arnica

L'arnica è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Ecco alcuni dettagli sulle sue principali caratteristiche botaniche:

  • Fiori: i fiori di arnica sono probabilmente la caratteristica più iconica della pianta. Sono simili a margherite, ma più grandi e di un giallo brillante. Ogni fiore è composto da numerosi petali gialli che circondano un disco centrale arancione. I fiori di arnica sbocciano durante i mesi estivi, creando un vivace spettacolo negli habitat montani in cui cresce la pianta.
  • Foglie: le foglie di arnica sono di colore verde scuro e hanno una forma lanceolata oppure ovale.
  • Fusto: il fusto dell'arnica cresce in verticale, è molto resistente e presenta una discreta peluria sulla superficie. A seconda delle condizioni ambientali e del terreno in cui cresce la pianta, può raggiungere un'altezza variabile tra i 20 e i 60 centimetri.
  • Rizoma: il rizoma dell'arnica è una modificazione del fusto che cresce orizzontalmente sotto la superficie del terreno. Esso ha la funzione di immagazzinare sostanze nutritive e permette alla pianta di perennare.
  • Radici: le radici dell'arnica si estendono dal rizoma nel terreno, assorbendo acqua, nutrienti e altri composti essenziali per la crescita e lo sviluppo della pianta. Sono radici fibrose, che si ramificano in molte direzioni, penetrando nel terreno circostante e formando una rete densa e robusta. Le radici di arnica sono adatte per adattarsi a una varietà di condizioni del terreno e per affrontare terreni montagnosi e rocciosi.

Alcune parti dell'arnica, ossia i fiori, il rizoma e le radici, contengono una serie di principi attivi a cui vengono attribuiti i benefici della pianta.

Principi attivi dell'arnica e meccanismo d'azione

I principi attivi dell'arnica, tra cui flavonoidi, sesquiterpeni e oli essenziali, presentano proprietà anti-infiammatorie, analgesiche e antiossidanti:

Sesquiterpeni

Queste sostanze sono responsabili dell'azione antinfiammatoria dell'arnica. Gli studi sulla pianta mostrano che i sesquiterpeni in essa presenti possono ridurre la produzione di mediatori infiammatori nel corpo, contribuendo così a ridurre l'infiammazione e il dolore associati a traumi muscolari e lesioni.

Flavonoidi

I flavonoidi sono potenti antiossidanti che proteggono le cellule dalle infiammazioni e dai danni causati dai radicali liberi.

Inoltre favoriscono la funzionalità del microcircolo (composto da arteriole, metarteriole, capillari e venule) e della circolazione linfatica, aiutando in caso di edemi e lividi.

Oli Essenziali

Gli oli essenziali contenuti nell'arnica hanno proprietà analgesiche e antinfiammatorie. Questi composti possono essere assorbiti attraverso la pelle e agire direttamente sulle cellule e i tessuti interessati, fornendo sollievo dal dolore e riducendo l'infiammazione.

Acidi Grassi Insaturi

L'arnica contiene acidi grassi insaturi, come l'acido linoleico, che hanno dimostrato di avere effetti benefici sulla salute della pelle. Questi acidi grassi aiutano a mantenere la pelle idratata e ridurre l'infiammazione.

Usi della pianta di arnica

In passato, l'arnica veniva somministrata principalmente per via locale, cioè direttamente sulla pelle, sotto forma di unguenti, oli o tinture per alleviare dolori muscolari e articolari, ridurre le infiammazioni e accelerare la guarigione delle contusioni.

Oggi, gli estratti della pianta sono disponibili in diverse forme, tra cui gel all'arnica, creme, oli e compresse omeopatiche. Questi prodotti sono molto popolari tra gli atleti, le persone sportive ma anche gli anziani per il trattamento dei dolori muscolari, delle tensioni e delle lesioni sportive.

arnica pianta serve per dolori

Gran parte degli studi scientifici sull'arnica ha dimostrato l'efficacia della pianta nel ridurre il dolore e il gonfiore quando applicata sulla pelle, ma sono necessari ulteriori test per confermare i risultati.

Avvertenze e controindicazioni

L'arnica può causare reazioni allergiche in alcune persone, specialmente se applicata sulla pelle lesa.

Inoltre, l'ingestione di grandi quantità di arnica può essere tossica e causare gravi effetti collaterali, come disturbi gastrointestinali, tachicardia e danni ai reni.

È quindi fondamentale rispettare il modo d'uso dei prodotti a base della pianta di arnica ed evitare nella maniera più assoluta l'ingestione di preparati fai-da-te.

L’arnica, nota scientificamente come Arnica L. 1753 o Arnica montana, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. È originaria delle regioni montuose del Nord America, dell’Europa e dell’Asia settentrionale, dove cresce spontaneamente. Conosciuta da secoli per le sue proprietà terapeutiche, la pianta di arnica è ampiamente utilizzata per la sua potenziale azione […]

Nel vasto panorama della nutrizione e del benessere, c'è un concetto che emerge sempre più come fondamentale per una vita sana e equilibrata: gli alimenti antiossidanti.

Questi cibi sono ricchi di sostanze che proteggono il nostro corpo dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi, contrastando l'invecchiamento precoce, le malattie croniche e favorendo la salute generale.

In questo articolo ci immergeremo nel mondo degli alimenti antiossidanti, esplorando cosa sono, a cosa servono e quali benefici possono offrire alla nostra salute. 

Scopriremo inoltre quali sono le principali sostanze antiossidanti, così da avere una panoramica completa e poter sfruttare appieno i loro benefici.

La lista dei principali cibi ricchi di antiossidanti

Gli antiossidanti si trovano principalmente nella frutta fresca e secca, nelle verdure e nei cereali. Ecco la lista dei cibi più ricchi di queste sostanze, che non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione:

  • Frutti di Bosco: fragole, mirtilli, lamponi e more sono ricchi di antiossidanti come la vitamina C e polifenoli della classe delle antocianine.
  • Agrumi: gli agrumi come arance, limoni e pompelmi sono una fonte importante di vitamina C e di altri antiossidanti, come i flavonoidi.
  • Verdure a foglia verde scuro: spinaci, broccoli e bietole sono ricchi di vitamine A, C, E e K, oltre a minerali come il ferro e il calcio.
  • Frutta secca e semi: mandorle, noci, semi di girasole e semi di lino sono un'eccellente fonte di omega-3 e vitamina E.
  • Té Verde: ricco di catechine, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie.
  • Cacao e cioccolato fondente: ricchi di flavonoidi, sostanze dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anticancerogene.
  • Peperoni: i peperoni, soprattutto quelli rossi, sono un'eccellente fonte di vitamina C, betacarotene, licopene e altri carotenoidi dalle proprietà antiossidanti.
  • Pomodori: contengono licopene, un potente antiossidante che può ridurre il rischio di malattie cardiache e alcuni tipi di cancro.
  • Curcuma: questa spezia contiene curcumina, un potente composto antiossidante e anti-infiammatorio.
  • Carote: ricche di beta-carotene, le carote sono ottime per la salute della vista e della pelle.
  • Kiwi: ricco di vitamina C, tra i più potenti antiossidanti naturali.
  • Uva: ricca di polifenoli, tra cui resveratrolo e quercetina.
  • Cavolfiore: ricco di vitamina C e sulforafano, composto antiossidante noto per la sua azione diretta contro le cellule tumorali.
  • Zenzero: ricco di sostanze antiossidanti, in particolare vitamina C, vitamina E e vitamina B2.
  • Barbabietole: contengono betalaine, potenti antiossidanti che svolgono anche azione antinfiammatoria.
  • Salmone selvaggio: ricco di astaxantina, antiossidante carotenoide che il salmone selvaggio assorbe alimentandosi di alghe e plancton.
  • Cavolini di Bruxelles: sono un'ottima fonte di antiossidanti come vitamina C, A ed E.
  • Papaya: ricca di vitamina C e beta-carotene.
  • Cipolle: in particolare quelle rosse e gialle sono ricche di quercetina, flavonoide antiossidante e antinfiammatorio.
  • Avena: ricca di potenti antiossidanti come beta-glucani e avenantramidi.
avena alimento ricco di antiossidanti

Come anticipato, questi alimenti sono ricchi di sostanze capaci di neutralizzare i radicali liberi, molecole instabili che causano grossi danni alle cellule del nostro organismo.

Quali sostanze antiossidanti ricercare negli alimenti?

Gli antiossidanti sono sostanze che aiutano a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi. La loro presenza è nota in molti vegetali e in alcuni animali; inoltre, in commercio è possibile trovare numerosi integratori antiossidanti indicati per chi non riesce ad assumere queste sostanze attraverso l'alimentazione o per chi soffre di una carenza di nutrienti.

Tra gli antiossidanti più comuni troviamo in particolare le vitamine C ed E, i carotenoidi (in particolare il beta-carotene ed il licopene), il selenio, i flavonoidi, i polifenoli e gli omega-3.

Al fine di garantire un buon apporto di queste sostanze, è importante seguire una dieta equilibrata, preferibilmente mediterranea, e prediligere la cottura al vapore ed al microonde. Infatti, a differenza della bollitura, questi metodi mantengono pressoché inalterate le proprietà nutritive dei cibi.

Che cosa sono i radicali liberi che gli alimenti antiossidanti contrastano?

I radicali liberi sono molecole altamente reattive che possono causare danni alle cellule e ai tessuti del corpo attraverso un processo noto come stress ossidativo. Questi danni possono avere una serie di conseguenze negative per la salute, tra cui:

  • Danneggiamento del DNA: i radicali liberi possono causare danni al DNA delle cellule, aumentando il rischio di mutazioni genetiche che possono portare allo sviluppo di cancro e altre malattie.
  • Invecchiamento precoce: lo stress ossidativo causato dai radicali liberi può contribuire all'invecchiamento precoce della pelle e dei tessuti, portando a rughe, perdita di elasticità e altri segni di invecchiamento.
  • Infiammazione: i radicali liberi possono attivare le vie infiammatorie nel corpo, contribuendo a condizioni come l'artrite, le malattie cardiache e le malattie autoimmuni.
  • Danno cellulare: il danno ossidativo alle membrane cellulari può compromettere la funzione delle cellule e portare a una varietà di problemi di salute, inclusi disturbi neurologici, malattie cardiovascolari, tumori e diabete.
  • Malattie croniche: l'accumulo di danni da radicali liberi nel tempo può aumentare il rischio di sviluppare una serie di malattie croniche, tra cui malattie cardiache, diabete, cancro e disturbi neurodegenerativi come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson.
alimenti antiossidanti servono a proteggere l'organismo e i neuroni

In sintesi, i radicali liberi possono influenzare negativamente la salute e il benessere generale, e combatterli attraverso l'azione antiossidante di alcuni cibi può essere fondamentale per proteggere il corpo dai loro effetti dannosi.

Conclusioni

Gli alimenti antiossidanti rappresentano un'importante risorsa per favorire un buono stato di salute e prevenire numerose malattie. Con una vasta gamma di benefici che spaziano dalla protezione del DNA alla salute cardiaca e cutanea, questi nutrienti meritano un posto centrale nella nostra dieta quotidiana.

È quindi fondamentale integrare alimenti ricchi di antiossidanti nella nostra quotidianità, optando per una dieta mediterranea ricca di frutta fresca e frutta secca, verdura e semi.

Combinato con uno stile di vita sano che include esercizio fisico regolare, qualità del sonno e gestione dello stress, questo approccio può migliorare il nostro benessere a breve e a lungo termine.

Nel vasto panorama della nutrizione e del benessere, c’è un concetto che emerge sempre più come fondamentale per una vita sana e equilibrata: gli alimenti antiossidanti. Questi cibi sono ricchi di sostanze che proteggono il nostro corpo dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi, contrastando l’invecchiamento precoce, le malattie croniche e favorendo la salute generale. […]

Nel vasto mondo del benessere e della cura del corpo, alcuni prodotti stanno guadagnando sempre più popolarità: gli integratori di collagene.

Ma come mai sono sempre più richiesti per il benessere della pelle e delle articolazioni? Quali sono i benefici di questi integratori e quali le controindicazioni?

In questo articolo andremo ad approfondire tutto sugli integratori di collagene, dalle funzioni agli eventuali effetti collaterali, analizzando come essi possano influire sulla salute del nostro organismo.

A cosa servono gli integratori di collagene?

Prima di conoscere la funzione degli integratori di collagene, è necessario capire che cos'è il collagene e a cosa serve.

Il collagene non nasce come integratore, ma è la proteina più abbondante del corpo umano. Si trova soprattutto nei tessuti connettivi della pelle, della cartilagine (anche quella articolari), dei tendini, delle ossa e degli organi cavi.

Esso viene prodotto da determinate cellule del nostro organismo e dona struttura, mobilità e flessibilità ai tessuti connettivi.

Con l'avanzare dell'età, però, la produzione di collagene inizia a diminuire, mentre quello già presente si degrada molto più rapidamente. Si stima che dai 25-30 anni d'età le percentuali di collagene nel nostro corpo diminuiscano di circa l'1,5% all'anno.

Questo fenomeno comporta delle conseguenze che si associano all'invecchiamento: pelle meno tonica, comparsa di rughe, articolazioni ed ossa più fragili, organi cavi (tra cui la vescica) meno tonici.

integratori di collagene funzionano

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Gli integratori di collagene nascono quindi per aumentare l'elasticità ed il tono della pelle, per favorire la salute delle cartilagini, delle articolazioni e delle ossa e, in generale, per contrastare la degradazione della proteina.

Spesso, negli integratori alimentari, il collagene è associato ad altre due sostanze:

  • acido ialuronico, molecola che dona idratazione ed elasticità alla pelle
  • vitamina C, che contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzionalità della pelle, delle cartilagini e delle ossa

Questi integratori si suddividono in diversi formati e varietà.

I diversi tipi di integratori di collagene

Ogni integratore di collagene si produce mediante l'utilizzo della proteina di origine animale sottoposta a idrolisi. Non esistono prodotti a base di collagene vegetale, proprio perché questa proteina si trova esclusivamente negli animali e nell'uomo.

Il processo di idrolisi riduce la proteina in minuscoli frammenti chiamati peptidi e la rende maggiormente assimilabile dall'organismo.

Il collagene idrolizzato viene poi distribuito in capsule oppure in polvere e si distingue in collagene di tipo I, II e III:

  • Gli integratori di Collagene di Tipo I sono dedicati in particolare alla salute della pelle e delle ossa.
  • Gli integratori di Collagene di Tipo II sono destinati al benessere delle articolazioni.
  • Gli integratori di Collagene di Tipo III sono dedicati alla salute dei grandi organi cavi, come il cuore, i vasi sanguigni, l'utero e l'intestino.

In commercio è possibile trovare anche integratori di diversi tipi di collagene, ad esempio di tipo 1 e 2 oppure di tipo 1, 2 e 3.

Inoltre, in base alla provenienza della proteina, questi prodotti si suddividono in integratori di collagene bovino, marino, suino e di pollo (alcuni sono sviluppati con la proteina di origine mista).

Per quanto tempo si può prendere il collagene?

La durata raccomandata per l'assunzione di un integratore di collagene può variare in base alle esigenze individuali e in base ai motivi per cui si sta assumendo la proteina.

Non ci sono regole fisse e universali, ma in genere si consiglia di assumere il collagene per almeno 2-3 mesi prima di valutare i risultati dell'integrazione.

Alcune persone assumono questi integratori per periodi limitati, ad esempio per affrontare specifici problemi di pelle, capelli, unghie o articolazioni.

Altre scelgono di integrare il collagene a lungo termine per il benessere generale dell'organismo.

Inoltre, è consigliato assumere cibi che favoriscono la sintesi di collagene (in particolare ricchi di vitamina C) al fine di migliorare la produzione della proteina.

integratori di collagene e cibi ricchi di vitamina c

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Controindicazioni ed effetti collaterali degli integratori di collagene

Non ci sono particolari controindicazioni riguardo l'assunzione di collagene idrolizzato, ma è possibile che alcune persone riscontrino sensibilità o allergia al prodotto, in quanto derivato da animali.

Ad esempio, chi è allergico ai crostacei e/o al pesce, dovrebbe evitare nella maniera più assoluta gli integratori di collagene marino.

Gli effetti collaterali dell'assunzione di collagene sono molto rari: alcune persone possono riscontrare disturbi gastrointestinali come gonfiore, crampi, diarrea o nausea.

Nel vasto mondo del benessere e della cura del corpo, alcuni prodotti stanno guadagnando sempre più popolarità: gli integratori di collagene. Ma come mai sono sempre più richiesti per il benessere della pelle e delle articolazioni? Quali sono i benefici di questi integratori e quali le controindicazioni? In questo articolo andremo ad approfondire tutto sugli […]

Il ruolo della biotina per il nostro organismo

La Biotina, nota anche come vitamina B8, B7 o BH, è una vitamina idrosolubile che svolge un ruolo cruciale nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine ​​e dei grassi, contribuendo a diverse funzioni vitali nel corpo umano.

In questo articolo, scopriremo a cosa serve la biotina e l'importanza di assicurare al nostro corpo un adeguato apporto di questa vitamina.

L'importanza della biotina per la salute della pelle

Uno degli aspetti più importanti della biotina è il suo impatto sulla salute della pelle.

Questa vitamina è fondamentale per mantenere la pelle sana, poiché coinvolta nel metabolismo dei lipidi che migliorano l'idratazione e la resistenza della pelle.

Inoltre, la biotina è coinvolta nella riparazione delle cellule cutanee, aiutando a ridurre problemi come secchezza, irritazioni e dermatiti.

La biotina per capelli sani e unghie forti

biotina serve per capelli

La biotina svolge un ruolo chiave nella produzione di cheratina, una proteina essenziale per la struttura di capelli e unghie.

Verificare l'apporto di vitamina B8 nella dieta può quindi essere particolarmente utile per chi soffre di problemi come:

  • capelli fragili e spenti
  • caduta dei capelli
  • cuoio capelluto irritato
  • unghie deboli, che si spezzano facilmente

E altri disturbi correlati.

Non a caso, la biotina è uno dei componenti fondamentali degli integratori per capelli, unghie e pelle.

Biotina e metabolismo energetico

La biotina è coinvolta nel metabolismo energetico, ossia il processo di trasformazione e produzione di energia a partire dalle sostanze nutritive.

Il suo coinvolgimento rende la vitamina B8 un nutriente cruciale per mantenere l'energia di cui l'organismo ha bisogno e per sostenere il corretto funzionamento del sistema nervoso.

Come mantenere un adeguato apporto di biotina

La biotina è una vitamina idrosolubile che il nostro corpo può produrre in autonomia - tramite la flora batterica intestinale - ed assimilare dai cibi.

Per garantire un adeguato apporto di vitamina B8 al nostro organismo è quindi molto importante includere nella dieta alimenti ricchi di questa vitamina.

Tra gli alimenti più ricchi di biotina troviamo:

  • latte e derivati
  • tuorlo d'uovo
  • fegato
  • arachidi
  • verdure a foglia verde
  • funghi
biotina serve al metabolismo energetico

Alimentarsi in maniera equilibrata aiuta ad evitare deficit nutrizionali.

Alcuni fattori - ad esempio l'eccessiva assunzione di albume d'uovo, malattie genetiche e malassorbimento intestinale - possono però causare una carenza di vitamina B8.

Questa problematica si manifesta con sintomi come affaticamento, problemi cardiaci, dermatiti, colesterolo alto e perdita di capelli.

In questi casi, spesso si consiglia di assumere integratori di biotina al fine di sopperire al più presto alla carenza del nutriente.

Leggi anche: Creatina: cos’è, a cosa serve e quando assumerla

In conclusione

La biotina svolge un ruolo fondamentale per la salute generale dell'organismo: è coinvolta nel metabolismo energetico, nella salute dei capelli, delle unghie, della pelle e del sistema nervoso.

Sebbene la carenza di biotina sia rara, è importante assicurarsi di soddisfare adeguatamente il fabbisogno giornaliero attraverso una dieta equilibrata o, se necessario, con l'integrazione.

Tuttavia, è essenziale consultare un professionista della salute prima di apportare cambiamenti significativi alla propria dieta o di intraprendere l'uso di integratori.

Mantenere il controllo della propria salute e adottare scelte alimentari oculate sono passi cruciali per garantire il benessere generale, sfruttando appieno i benefici della biotina e degli altri nutrienti.

Il ruolo della biotina per il nostro organismo La Biotina, nota anche come vitamina B8, B7 o BH, è una vitamina idrosolubile che svolge un ruolo cruciale nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine ​​e dei grassi, contribuendo a diverse funzioni vitali nel corpo umano. In questo articolo, scopriremo a cosa serve la biotina e l’importanza […]

Gli studi scientifici riguardo l'uso dell'arnica contro gli ematomi

L'arnica montana, pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, è da tempo oggetto di interesse scientifico per le sue presunte proprietà anti-infiammatorie e antidolorifiche.

Molte persone utilizzano l'arnica gel, gli integratori e i farmaci omeopatici a base di questa pianta per ridurre il gonfiore e le ecchimosi associate agli ematomi. Ma si tratta veramente di un rimedio efficace o sono necessari ulteriori studi per stabilire gli effettivi benefici dell'arnica sugli ematomi?

In questo articolo esploreremo l'uso dell'arnica contro gli ematomi post-operatori, esaminando la sua composizione chimica e le evidenze scientifiche al riguardo.

Composizione chimica dell'arnica

L'arnica è particolarmente ricca di sostanze attive potenzialmente benefiche, tra cui:

  • elenanina, un lattone sesquiterpenico considerato come antinfiammatorio naturale,
  • sesquiterpeni ad alta concentrazione, dall'effetto antidolorifico,
  • flavonoidi, dall'azione antinfiammatoria, antiedematosa e protettiva del microcircolo.

I composti presenti nella pianta di arnica, in particolare nel suo fiore, possono influenzare diverse funzioni dell'organismo, riducendo l'infiammazione e favorendo il drenaggio dei fluidi.

L'efficacia di questi principi attivi potrebbe dunque contribuire alla riduzione del gonfiore e dei lividi causati dagli ematomi.

Vediamo, di seguito, gli studi che tentano di dare risposta alla domanda: "L'arnica è utile contro gli ematomi?".

1) Studio sull'efficacia dell'Arnica contro gli ematomi da rinoplastica (2017)

Lo studio "The effectiveness of postoperative intervention in patients after rhinoplasty: a meta-analysis" è stato condotto da Ho Seok Lee, Ho Young Yoon, In Hye Kim e Se Hwan Hwang e pubblicato nel 2017.

L'obiettivo era condurre una revisione sistematica per valutare l'efficacia delle cure postoperatorie con arnica in caso di edema e di ecchimosi dopo la rinoplastica.

Gli autori hanno condotto una ricerca indipendente nei database PubMed, SCOPUS, Embase, Web of Science e Cochrane, includendo 11 studi per un totale di 627 pazienti.

Dall'analisi degli studi, sembra che le ecchimosi e l'edema comparsi sulle palpebre durante i primi 7 giorni postoperatori siano stati statisticamente ridotti nei gruppi di persone trattate con Arnica rispetto ai gruppi di controllo (trattati con placebo).

Anche altri metodi, come l'impacco freddo e i bendaggi aiutano a ridurre queste complicanze post rinoplastica.

Tuttavia, gli autori suggeriscono che siano necessari ulteriori ricerche approfondite per confermare i risultati di questo studio.

2) Studio sull'uso di Arnica omeopatica nella chiurgia delle vene varicose (2003)

Lo studio intitolato "Efficacy of Arnica in varicose vein surgery: results of a randomized, double-blind, placebo-controlled pilot study" è stato condotto da M. Wolf, C. Tamaschke, W. Mayer e M. Heger e pubblicato nel 2003.

L'obiettivo di questa ricerca era valutare l'efficacia e la sicurezza del farmaco omeopatico Arnica D12 nei pazienti sottoposti a chirurgia delle vene varicose.

La sperimentazione è stata condotta da un chirurgo presso la Clinica Angiochirurgica di Berlino-Buch.

I 60 pazienti sono stati divisi in due gruppi: un gruppo ha assunto Arnica D12 e il secondo gruppo ha assunto un placebo.

La somministrazione è iniziata la sera prima dell'operazione con 5 globuli. Il giorno dell'operazione, i pazienti hanno ricevuto una dose nel preoperatorio ed una dose ogni ora dopo l'operazione. Nei giorni 2-14 dello studio, hanno ricevuto 5 globuli tre volte al giorno.

I criteri di valutazione dello studio includevano i seguenti parametri:

  • la superficie di diffusione e l'intensità degli ematomi post-operatori,
  • eventuali complicazioni nella guarigione delle ferite,
  • l'intensità del dolore,
  • l'efficacia e la sicurezza della medicazione.

I dati relativi al periodo che va dal 7° al 14° giorno dopo l'operazione hanno rivelato che l'area degli ematomi si è ridotta del 75,5% nel gruppo di pazienti Arnica e del 71,5% nel gruppo Placebo.

La riduzione del dolore è stata osservata nel 43,3% dei pazienti nel gruppo Arnica e nel 27,6% dei pazienti nel gruppo placebo.

I risultati dello studio mostrano un possibile effetto benefico dell'Arnica D12 nella riduzione dell'ematoma e del dolore nel periodo post-chirurgico, ma è necessario un campione di dimensioni più ampie per avere una prova significativa dell'efficacia del farmaco.

3) Studio su Arnica omeopatica contro gli ematomi nel periodo post-operatorio nella chirurgia delle vene (2000)

arnica gel per ematomi post chirurgia

Lo studio "Homeopathic Arnica in postoperative haematomas: a double-blind study" è stato condotto dai ricercatori A. A. Ramelet, G. Buchheim, P. Lorenz e M. Imfeld nel 2000. L'obiettivo della ricerca era determinare se l'Arnica omeopatica potesse ridurre gli ematomi postoperatori nella chirurgia venosa.

Per la ricerca sono stati coinvolti 130 pazienti sottoposti a stripping della vena safena (204 gambe totali) e ricoverati in una clinica.

Tra i principali effetti collaterali dell'intervento ci sono il gonfiore, l'edema e la comparsa di ematomi, oltre che la sensazione di pressione alle gambe.

Le persone coinvolte nello studio hanno ricevuto una medicina omeopatica a base di arnica montana (Arnica CH5) e un placebo, somministrati sublingualmente la notte prima e immediatamente dopo l'operazione.

Dopo 6 giorni dall'intervento chirurgico, i risultati non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i gruppi Arnica e Placebo per quanto riguarda gli ematomi postoperatori.

Le conclusioni dello studio indicano che, con il dosaggio utilizzato, non è stata osservata alcuna efficacia nella prevenzione e nel trattamento degli ematomi post-stripping con l'assunzione di Arnica CH5 omeopatica.

In conclusione

Sebbene alcuni studi suggeriscano che l'arnica possa essere efficace contro gli ematomi, la comunità scientifica rimane divisa.

È importante evidenziare che l'arnica utilizzata come terapia durante gli studi sia sotto forma di medicinale omeopatico e non arnica gel o crema, e che il farmaco omeopatico contenga bassissime dosi della pianta.

Ci auguriamo che la ricerca fornisca ulteriore chiarezza sull'arnica ed il suo impiego per ridurre gli ematomi.

Fonti:

Robertson A, Suryanarayanan R, Banerjee A. Homeopathic Arnica montana for post-tonsillectomy analgesia: a randomised placebo control trial. Homeopathy. 2007 Jan;96(1):17-21. doi: 10.1016/j.homp.2006.10.005. PMID: 17227743.

Wolf M, Tamaschke C, Mayer W, Heger M. Wirksamkeit von Arnica bei Varizenoperation: Ergebnisse einer randomisierten, doppelblinden, Placebo-kontrollierten Pilot-Studie [Efficacy of Arnica in varicose vein surgery: results of a randomized, double-blind, placebo-controlled pilot study]. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd. 2003 Oct;10(5):242-7. German. doi: 10.1159/000074778. PMID: 14605480.

Lee HS, Yoon HY, Kim IH, Hwang SH. The effectiveness of postoperative intervention in patients after rhinoplasty: a meta-analysis. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2017 Jul;274(7):2685-2694. doi: 10.1007/s00405-017-4535-6. Epub 2017 Mar 17. PMID: 28314960.

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Gli studi scientifici riguardo l’uso dell’arnica contro gli ematomi L’arnica montana, pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, è da tempo oggetto di interesse scientifico per le sue presunte proprietà anti-infiammatorie e antidolorifiche. Molte persone utilizzano l’arnica gel, gli integratori e i farmaci omeopatici a base di questa pianta per ridurre il gonfiore e le ecchimosi […]

Ecco come rafforzare le difese immunitarie in modo naturale

Le difese immunitarie sono composte da tessuti e organi, ad esempio la pelle e le tonsille, da cellule, come i globuli bianchi, e da glicoproteine, come gli anticorpi.

Purtroppo lo stress, la sedentarietà, l'uso di determinati farmaci e molti altri fattori possono indebolire il nostro sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili a virus, batteri e tumori.

In questo articolo vedremo nei dettagli come aumentare le difese immunitarie in maniera naturale. Offriremo 8 consigli, che si possono applicare fin da subito, capaci di rendere l'organismo più resistente agli agenti esterni e di migliorare lo stato di salute generale.

Alimentarsi in maniera sana ed equilibrata per rinforzare le difese immunitarie

La chiave per un sistema immunitario forte inizia dalla tavola.

Mangiare le giuste quantità di frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali, limitando il consumo di grassi saturi, è un investimento a lungo termine. Infatti, il corpo riceve i nutrienti fondamentali per mantenersi in salute e per supportare le funzioni delle difese immunitarie.

Attenzione, però, alle carenze nutritive, dovute per esempio al malassorbimento intestinale o a diete particolari come quella vegana e vegetariana. Queste situazioni richiedono (sotto l'autorizzazione ed il controllo del medico) l'uso di integratori per le difese immunitarie ricchi di vitamine e minerali.

Nell'ottica di aumentare le difese immunitarie, è importante consumare cibi ricchi di vitamina C, come agrumi e verdure a foglia verde, vitamina D, presente nei pesci grassi, e zinco, presente nella carne, nel pesce, nelle uova, nel latte e nei cereali.

Idratarsi adeguatamente

bere acqua per rafforzare le difese immunitarie

Oltre all'alimentazione, anche l'acqua è fondamentale per la salute e per il sistema immunitario.

Bere la giusta quantità di acqua al giorno (dai 2 ai 3 litri negli adulti) aiuta il corpo ad eliminare tossine, batteri e materiali di scarto e garantisce il trasporto dei nutrienti attraverso le membrane cellulari.

Anche la disidratazione è una causa delle difese immunitarie basse, dunque suggeriamo di bere a sufficienza durante la giornata per mantenere il corpo ben idratato.

Fare esercizio fisico regolare

Lo sport aiuta ad aumentare le difese immunitarie, ma i meccanismi che portano a questo risultato non sono ancora ben chiari.

Ci sono, però, diverse teorie al riguardo. Ecco le più accreditate:

  • l'esercizio fisico porta ad un incremento dei globuli bianchi e degli anticorpi;
  • l'attività sportiva può aiutare ad espellere i batteri dalle vie respiratorie;
  • l'aumento della temperatura corporea durante e dopo l'attività fisica può limitare la proliferazione dei batteri;
  • lo sport rallenta il rilascio di cortisolo e favorisce la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che riducono lo stress e generano una sensazione di benessere.

Se si parte da zero, anche una camminata di mezz'ora al giorno a passo sostenuto può fare la differenza per potenziare il sistema immunitario.

Mantenere il peso corporeo nella norma

Il sovrappeso e l'obesità influiscono negativamente sulle difese immunitarie, poiché sono associati a uno stato di infiammazione cronica. Infatti, i tessuti adiposi producono e rilasciano molecole chiamate citochine pro-infiammatori, interferendo con il normale funzionamento del sistema immunitario.

In particolare, l'infiammazione cronica può influenzare la risposta immunitaria agli agenti patogeni e diminuire l'efficacia delle difese immunitarie contro le infezioni.

Inoltre, l'obesità è associata a una maggiore suscettibilità a diverse patologie, come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache, che possono a loro volta compromettere il sistema immunitario.

Mantenere un peso corporeo nella norma - aiutandosi con l'esercizio fisico, una dieta povera di grassi saturi ed una buona qualità del sonno - contribuisce dunque alla buona funzionalità del sistema immunitario.

Migliorare la qualità del sonno

Durante il sonno, i ritmi del corpo rallentano, l'organismo recupera le energie ma allo stesso tempo svolge alcune funzioni fondamentali.

Tra quelle che coinvolgono il sistema immunitario, troviamo la modulazione della produzione di citochine durante la fase REM. Le citochine sono molecole prodotte soprattutto da cellule del sistema immunitario, che operano come segnali di comunicazione tra le cellule immunitarie ed i vari organi e tessuti aiutando a regolare la risposta immunitaria.

Per aumentare le difese immunitarie è quindi importante dormire bene, rispettando le ore di sonno consigliate in base all'età.

Esporsi al sole per almeno 10-15 minuti

vitamina d ed esposizione al sole per aumentare le difese immunitarie

La vitamina D viene sintetizzata dal nostro corpo prevalentemente tramite l'esposizione della pelle ai raggi solari. Questa particolare vitamina, oltre a favorire la salute di ossa, denti e muscoli, aiuta a mantenere la normale funzionalità del sistema immunitario.

Sarebbe dunque ottimale esporsi al sole dai 10 ai 15 minuti ogni giorno per favorire la produzione di vitamina D e rinforzare le difese immunitarie.

In caso di carenza del nutriente (ad esempio durante i mesi invernali), è spesso consigliato assumere integratori di vitamina D3.

Moderare (o evitare completamente) alcool e fumo

Tra le varie conseguenze negative del consumo di alcol e del fumo troviamo l'indebolimento delle difese immunitarie.

Per potenziare il sistema immunitario è quindi consigliato limitare o evitare completamente il fumo di sigaretta e l'assunzione di bevande alcoliche.

Gestire lo stress per aumentare la risposta immunitaria

Limitare i livelli di stress non è sempre facile, ma è una prassi fondamentale per la funzionalità del sistema immunitario.

Il motivo è semplice: più siamo stressati, più produciamo cortisolo (che, non a caso, è chiamato "ormone dello stress").

Questo particolare ormone è capace di modificare la composizione dei linfociti T, cellule del sangue appartenenti ai globuli bianchi che hanno principalmente il compito di:

  • aumentare la risposta immunitaria,
  • stimolare la produzione di anticorpi,
  • eliminare batteri, virus e corpi estranei all'organismo.

Di conseguenza, gestire lo stress con l'obiettivo di abbassare i livelli di cortisolo è molto importante per rafforzare le difese immunitarie.

In conclusione

Mantenere un sistema immunitario forte è essenziale per preservare la nostra salute e affrontare le sfide quotidiane.

Con l'adozione di piccoli cambiamenti nello stile di vita, come una dieta equilibrata, l'esercizio fisico regolare, il riposo sufficiente e la gestione dello stress, è possibile aumentare le difese immunitarie in modo naturale.

La prevenzione è la chiave per mantenere un buono stato di salute, e investire oggi sul nostro benessere ci ripagherà ampiamente domani.

Fonti:

Best TM, Asplund CA. Exercise physiology. In: Miller MD, Thompson SR. eds. DeLee, Drez, & Miller's Orthopaedic Sports Medicine. 5th ed. Philadelphia, PA: Elsevier; 2020:chap 6.

Jiang NM, Abalos KC, Petri WA. Infectious diseases in the athlete. In: Miller MD, Thompson SR. eds. DeLee, Drez, & Miller's Orthopaedic Sports Medicine. 5th ed. Philadelphia, PA: Elsevier; 2020:chap 17.

Lanfranco F, Ghigo E, Strasburger CJ. Hormones and athletic performance. In: Melmed S, Auchus RJ, Goldfine AB, Koenig RJ, Rosen CJ, eds. Williams Textbook of Endocrinology. 14th ed. Philadelphia, PA: Elsevier; 2020:chap 27.

de Heredia FP, Gómez-Martínez S, Marcos A. Obesity, inflammation and the immune system. Proc Nutr Soc. 2012 May;71(2):332-8. doi: 10.1017/S0029665112000092. Epub 2012 Mar 20. PMID: 22429824.

Immagine in evidenza: Immagine di Freepik

Ecco come rafforzare le difese immunitarie in modo naturale Le difese immunitarie sono composte da tessuti e organi, ad esempio la pelle e le tonsille, da cellule, come i globuli bianchi, e da glicoproteine, come gli anticorpi. Purtroppo lo stress, la sedentarietà, l’uso di determinati farmaci e molti altri fattori possono indebolire il nostro sistema […]

Che cos'è il jet lag, come si manifesta e cosa fare per rimediare e prevenire il problema.

Il jet lag, detto anche "sindrome da fuso orario", è un disturbo del ritmo circadiano che si verifica quando il ciclo sonno-veglia di una persona si disallinea rispetto al ciclo buio-luce dell'ambiente esterno.

Si manifesta quando si attraversano rapidamente più fusi orari, ad esempio in caso di lunghi viaggi aerei. In questa circostanza, il corpo può aver bisogno di alcuni giorni per adattarsi; dunque, prima di ristabilire la regolarità dell'orologio interno, si possono riscontrare alcuni sintomi sgradevoli.

In questo approfondimento vedremo nel dettaglio i sintomi del jet lag, i rimedi a questo disturbo e cosa fare per prevenirlo.

Come si manifesta il jet lag?

La sindrome da fuso orario non è solo un disturbo del sonno, ma interessa diversi aspetti della vita, scombussolando intere giornate.

Ecco, di seguito, i più comuni sintomi del jet lag, che possono manifestarsi sia all'andata che al rientro dal viaggio:

  • difficoltà ad addormentarsi la sera e a svegliarsi al mattino
  • sonno disturbato
  • stanchezza estrema
  • difficoltà a rimanere svegli durante il giorno
  • mal di testa
  • ansia e irritabilità
  • problemi gastrointestinali (ad esempio stitichezza, nausea, cattiva digestione, pancia gonfia)
  • problemi di memoria e di concentrazione
  • difficoltà a svolgere attività fisiche e mentali
uomo con sintomi jet lag post viaggio

Di solito, i sintomi del jet lag si verificano solo viaggiando verso ovest oppure verso est (e non verso nord o verso sud, quando si viaggia sullo stesso meridiano).

Quanto durano i sintomi del jet lag?

Il nostro orologio biologico può impiegare diversi giorni per adattarsi al nuovo fuso orario e riprendere il ritmo sonno veglia.

In generale, sembra che la durata del jet lag sia di circa un giorno per ogni fuso orario attraversato, e che il periodo del disturbo vada da un minimo di 1-2 giorni fino a un massimo di 10. Eppure ci sono diversi fattori che possono influire sia sulle tempistiche sia sull'intensità dei sintomi.

Ad esempio, studi scientifici hanno dimostrato che i sintomi del jet lag siano più duraturi e pronunciati:

  • nelle persone che attraversano un gran numero di fusi orari
  • negli anziani, i quali - rispetto ai giovani - necessitano di più tempo per ristabilire i propri ritmi
  • durante i viaggi verso est, quando il primo giorno di viaggio si va "avanti nel tempo"

Anche il cronotipo (cioè la predisposizione a essere attivi in un particolare momento della giornata piuttosto che in un altro) può influire sul disturbo da fuso orario. Sembra che le persone mattiniere abbiano meno difficoltà negli spostamenti verso est, mentre alle persone che amano svegliarsi tardi risulta più semplice viaggiare verso ovest.

Non è possibile prevenire totalmente la comparsa del jet lag, ma è possibile adottare alcuni accorgimenti per ridurre al minimo la permanenza e l'intensità del malessere.

Come superare il jet lag

Per contrastare il jet lag, sarebbe meglio adottare dei comportamenti sia nel pre partenza, sia durante il volo, sia all'arrivo.

Prima della partenza

Consigliamo di riposare bene nei giorni che precedono la partenza e di adattarsi gradualmente al fuso orario finale.

Se si viaggia verso est, sarebbe meglio anticipare l'ora di andare a dormire già qualche sera prima del viaggio, esponendosi alla luce naturale fin dalla prime ore del giorno.

Se si vola verso ovest, invece, potrebbe essere utile addormentarsi un'ora più tardi ogni giorno, proteggersi dalla luce al mattino ed esporsi alla luce solo dal tardo pomeriggio in poi.

Durante il viaggio

È consigliato bere tanta acqua prima, durante e dopo il volo in modo da evitare la disidratazione, che può aumentare i sintomi del jet lag.

Durante il volo, è importante sincronizzarsi con il ritmo del fuso orario di destinazione, sia per gli orari dei pasti che per quelli di riposo.

Suggeriamo di usare mascherine per gli occhi, tappi per le orecchie e cuscini da viaggio per favorire il sonno in aereo. Inoltre, per accelerare i tempi di addormentamento è possibile assumere integratori per dormire, in particolare melatonina da 1mg.

donna che dorme in aereo per alleviare sintomi jet lag

Dopo l'arrivo

Una volta giunti a destinazione, è importante esporsi il più possibile alla luce naturale, in modo da adattarsi al nuovo ambiente e regolare il ritmo circadiano.

Bisognerebbe inoltre addormentarsi ad orari consoni al nuovo fuso orario. Anche in questo caso, è possibile assumere 1mg di melatonina poco prima di coricarsi, così da prendere sonno più in fretta ed alleviare i sintomi del jet lag.

Conclusioni finali

Il Jet Lag è un disturbo che si verifica durante i viaggi dopo l'attraversamento di uno o più fusi orari, causato dalla perdita di sincronia tra il ritmo sonno-veglia di una persona ed il ciclo buio-luce esterno.

I sintomi, che influenzano negativamente la qualità della vita durante e dopo i viaggi aerei che attraversano i fusi orari, includono disturbi del sonno, cognitivi e gastrointestinali.

Tuttavia, esistono diversi rimedi contro il jet lag, che permettono di ridurre tempi e intensità del malessere.

L'adozione di abitudini sane, come l'uso di integratori per il sonno, la corretta idratazione, l'esposizione alla luce solare e la pianificazione degli orari dei pasti e del riposo, può aiutare a minimizzare la sindrome da fuso orario e rendere i lunghi voli più piacevoli.

Fonti

Lee A, Galvez JC. Jet lag in athletes. Sports Health. 2012 May;4(3):211-6. doi: 10.1177/1941738112442340. PMID: 23016089; PMCID: PMC3435929.

Zhixin Lu, Kevin Klein-Cardeña, Steven Lee, Thomas M. Antonsen, Michelle Girvan, Edward Ott; Resynchronization of circadian oscillators and the east-west asymmetry of jet-lag. Chaos 1 September 2016; 26 (9): 094811. https://doi.org/10.1063/1.4954275

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Che cos’è il jet lag, come si manifesta e cosa fare per rimediare e prevenire il problema. Il jet lag, detto anche “sindrome da fuso orario”, è un disturbo del ritmo circadiano che si verifica quando il ciclo sonno-veglia di una persona si disallinea rispetto al ciclo buio-luce dell’ambiente esterno. Si manifesta quando si attraversano […]

Come migliorare la concentrazione ed essere più produttivi nel lavoro, nello studio e nella vita quotidiana.

In un'epoca in cui siamo costantemente bombardati da stimoli e distrazioni, mantenere alta l’attenzione nelle attività quotidiane può diventare una vera e propria sfida.

Se anche tu senti la mente sovraccarica e ti stai chiedendo come aumentare la concentrazione in modo efficace, sei nel posto giusto.

In questo articolo esploreremo 7 preziosi consigli per aumentare la concentrazione, fornendo strategie pratiche ed efficaci per ottimizzare la tua produttività e migliorare la qualità del lavoro o dello studio.

Questi suggerimenti possono fare la differenza nel quotidiano: applicali con costanza per riscontrare ottimi risultati sia sul focus che sulla memoria!

1) Migliora la qualità del sonno per aumentare la concentrazione (e non solo!)

Per aumentare la concentrazione e la memoria dovresti riposare almeno 7-8 ore a notte.

Dormire abbastanza non dovrebbe essere un lusso: è fondamentale per mantenere il corpo in salute, ridurre il rischio di patologie - come il diabete di tipo 2 - e rimanere focalizzati durante la giornata.

Non tutti, però, riescono a godere di un sonno ristoratore. Stress, preoccupazioni, orari sregolati e altri fattori possono contribuire a ridurre la qualità del sonno, instaurando un circolo vizioso che rende il cervello sempre più affaticato.

Se anche tu hai difficoltà a dormire bene, ecco qualche consiglio che puoi applicare fin da subito:

  • Spegni tv, smartphone e altri dispositivi elettronici almeno 30 minuti prima di andare a dormire.
  • Usa luci e suoni soffusi almeno un’ora prima di andare a dormire.
  • Vai a dormire circa due ore dopo aver cenato, in modo da non avere lo stomaco appesantito ed evitare di svegliarti nel cuore della notte per la fame.
  • Fai attività fisica regolare, ma evita di allenarti troppo tardi la sera, perché alti livelli di adrenalina influenzano negativamente la qualità del sonno.
  • Mantieni una dieta sana ed equilibrata.
  • Caffè, tè e alcol serali? Evitali il più possibile.
  • Riduci l’assunzione di liquidi prima di andare a dormire.
  • Se non riesci a dormire, svolgi un’attività tranquilla che tenga impegnato il cervello (leggi un libro, una rivista, un giornale, fai un cruciverba… ma non cadere nella tentazione di usare il telefono o accendere nella tv).
  • Tieni la mente libera in fase di addormentamento. A tal proposito può essere molto utile fare esercizi di meditazione e di respirazione profonda.

Inoltre dovresti provare ad addormentarti e a svegliarti sempre alla stessa ora, possibilmente tra le 22 e la mezzanotte.

Sappiamo bene che i turni di lavoro, le sessioni di studio e le uscite serali spesso rendono questo suggerimento impossibile da applicare, ma per accelerare i tempi di addormentamento puoi far ricorso agli integratori per dormire, come la melatonina (chiedi consiglio al medico prima dell’assunzione).

dormire bene per migliorare la concentrazione

2) Occhio all’alimentazione

Il corpo umano è una macchina perfetta, ma a noi spetta fornirgli carburante di qualità e ben dosato affinché possa affrontare tutte le attività da svolgere durante la giornata.

Se hai difficoltà a concentrarti e hai la sensazione che il tuo corpo vada in “risparmio energetico”, è probabile che la tua alimentazione non sia equilibrata. Magari stai mangiando troppo poco, oppure stai assumendo troppi zuccheri e cibi raffinati, cioè sottoposti a numerose lavorazioni che riducono il contenuto di nutrienti.

Non ci sono dei cibi che hanno la bacchetta magica, ma per aumentare la memoria e l’attenzione bisogna seguire un accorgimento fondamentale: assumere tutti i macronutrienti, cioè carboidrati, proteine e grassi.

I macronutrienti rappresentano la principale fonte di energia per il nostro corpo, e nessuno di essi dovrebbe essere evitato.

È consigliato fare 5 pasti al giorno, assumendo frutta e verdura di stagione, pesce, carne (preferibilmente bianca), legumi e frutta secca, e prediligere pastasciutta, pane e cereali integrali. Riduci invece il consumo di cibi pronti, merendine, bibite e zucchero bianco.

Se segui un regime vegetariano o vegano fai attenzione alle carenze nutrizionali e integra ciò di cui hai bisogno: ad esempio, la vitamina D e la vitamina B12 si trovano solo negli alimenti di origine animale e sono essenziali per le funzioni psicologiche.

La concentrazione nel lavoro e nello studio va a braccetto con la buona alimentazione!

Leggi anche: I migliori integratori per lo studio e la concentrazione

3) Fai esercizio fisico regolare

Tra i benefici dell’attività sportiva troviamo anche il miglioramento delle funzioni cognitive, tra cui memoria e concentrazione.

In particolare, sembra che siano l’attività aerobica e gli esercizi di forza ad incrementare l’attenzione selettiva e la memoria.

Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che l’allenamento genera richieste cognitive che hanno un impatto positivo sul cervello, ma anche un aumento del livello dei fattori neutrofici o ormonali che facilitano i processi di plasticità cerebrale.

(Fonte: Reigal RE, Moral-Campillo L, de Mier RJ, Morillo-Baro JP, Morales-Sánchez V, Pastrana JL, Hernández-Mendo A. Physical Fitness Level Is Related to Attention and Concentration in Adolescents. Front Psychol. 2020 Feb 4;11:110. doi: 10.3389/fpsyg.2020.00110. PMID: 32116920; PMCID: PMC7010910.)

4) Elimina le distrazioni

Spesso sottovalutiamo quante distrazioni, anche le più piccole, ci impediscano di rimanere mentalmente concentrati. Eppure, se fai fatica a concentrarti, è probabile che il contesto in cui provi a farlo sia troppo caotico.

Ti consigliamo, quindi, di ridurre al minimo le fonti di distrazione.

Certo, è più semplice spegnere la tv o mettere da parte il telefono… Ma quando il disturbatore è una persona? Meglio essere chiari e spiegare con semplicità il problema.

E, se possibile, riservarsi uno spazio personale in cui poter lavorare indisturbati, senza essere interrotti.

5) Prenditi una pausa

Ti capita spesso di dover mantenere la concentrazione a lungo sullo stesso argomento? È probabile che, dopo un po’ di tempo, la tua attenzione inizi a vacillare e che le preoccupazioni, i pensieri la stanchezza prendano il sopravvento.

Potrà sembrarti strano, ma questo fenomeno è perfettamente normale, tanto che numerosi ricercatori hanno condotto studi scientifici al riguardo.

L’ipotesi più accreditata sta in un fenomeno chiamato “goal habituation” (assuefazione all’obiettivo). In breve, sembra che il calo dell’attenzione si verifichi quando ci si focalizza sullo stesso compito per periodi di tempo prolungati.

Ma abbiamo anche la soluzione: infatti, i ricercatori hanno notato che spostare temporaneamente l’attenzione su un altro obiettivo impedisce al cervello di abituarsi. (Atsunori Ariga, Alejandro Lleras, Brief and rare mental “breaks” keep you focused: Deactivation and reactivation of task goals preempt vigilance decrements, Cognition, Volume 118, Issue 3, 2011, Pages 439-443, ISSN 0010-0277, https://doi.org/10.1016/j.cognition.2010.12.007.)

Applica questa soluzione nella vita quotidiana. Quando stai studiando lo stesso argomento da diverse ore, o stai svolgendo lo stesso lavoro ripetitivo dall’inizio del turno, o il meeting sembra infinito e non ce la fai più… Ascolta il tuo corpo e concediti una pausa.

Quel breve momento può aiutarti ad aumentare la concentrazione e la produttività.

donna prende una pausa per aumentare la concentrazione

6) Fai una lista delle cose da fare

Che riguardi il lavoro, lo studio o tutte le attività quotidiane, una to-do-list quotidiana ti aiuta a prioritizzare i compiti da svolgere, organizzarti in autonomia e migliorare la produttività.

Con una lista delle attività avrai il pieno controllo della situazione e gestirai meglio il tempo, riuscendo a raggiungere gli obiettivi quotidiani prefissati.

Inoltre la to do list può aiutarti ad alleviare lo stress, che è anch’esso una causa della scarsa concentrazione. Infatti raggiungere un obiettivo o portare a termine un compito provoca il rilascio di dopamina, direttamente coinvolta nei meccanismi del piacere, della ricompensa e della regolazione del sonno.

7) Pratica la mindfullness

La mindfullness è un approccio che mira a raggiungere la consapevolezza prestando attenzione al momento presente con concentrazione e in modo non giudicante.

Una revisione di 23 studi ha suggerito che:

  • le prime fasi della mindfullness, che si concentrano sullo sviluppo dell’attenzione focalizzata, potrebbero essere associate a significativi miglioramenti nell’attenzione esecutiva e selettiva,
  • le fasi successive, invece, possono portare al miglioramento della concentrazione costante.

(Chiesa A, Calati R, Serretti A. Does mindfulness training improve cognitive abilities? A systematic review of neuropsychological findings. Clin Psychol Rev. 2011 Apr;31(3):449-64. doi: 10.1016/j.cpr.2010.11.003. Epub 2010 Dec 1. PMID: 21183265.)

In conclusione

Oggi hai potuto conoscere 7 tecniche per aumentare la concentrazione:

  • migliorare la qualità del sonno,
  • seguire una buona alimentazione,
  • fare regolarmente sport,
  • ridurre le distrazioni e gli stimoli esterni,
  • prendere una pausa nei momenti in cui l’attenzione cala,
  • fare una to-do-list,
  • praticare la mindfullness.

Migliorare la concentrazione è un obiettivo raggiungibile attraverso piccoli cambiamenti nelle abitudini quotidiane.

Dalla gestione del tempo alla creazione di uno spazio di lavoro senza distrazioni, questi suggerimenti si concentrano su aspetti tangibili e realizzabili della vita quotidiana.

Ricorda che il processo richiede tempo e costanza. Eppure, con la giusta determinazione, non sarà difficile sviluppare abitudini che favoriscono una maggiore attenzione e produttività nel lavoro, nello studio e, più in generale, nella vita.

Come migliorare la concentrazione ed essere più produttivi nel lavoro, nello studio e nella vita quotidiana. In un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da stimoli e distrazioni, mantenere alta l’attenzione nelle attività quotidiane può diventare una vera e propria sfida. Se anche tu senti la mente sovraccarica e ti stai chiedendo come aumentare la concentrazione […]

Tutto ciò che devi sapere sulla bava di lumaca in cosmetica

La bava di lumaca è una sostanza che negli ultimi tempi sta facendo molto parlare di sé, soprattutto in ambito cosmetico, per via dei benefici che apporta alla nostra pelle.

Si tratta di un tipo di secrezione prodotta dalle lumache con o senza guscio: quella più ricca di sostanze vantaggiose per la cute è la bava di Helix Aspersa Muller, la classica chiocciola da giardino.

Oggi ci concentreremo proprio sui benefici della bava di lumache e sulle applicazioni in ambito cosmetico, spiegando come mai i cosmetici a base di questo ingrediente siano così richiesti.

Quali sono le proprietà della bava di lumache?

Le chiocciole secernono il loro muco per scivolare, aderire alle superfici e proteggersi dagli agenti esterni.

Fin dall’antichità, però, chi maneggiava le lumache – in particolare allevatori e agricoltori – notava una particolare morbidezza delle mani e perfino una rapida guarigione delle ferite e delle spaccature sulla pelle.

Studiosi di ogni tempo e di ogni Paese hanno citato i potenziali benefici della bava delle lumache, ma solo dai primi anni del 1900 la ricerca è andata a fondo sulla composizione di questa sostanza. Dalle analisi sul muco delle lumache, si è scoperto che esso è ricco di:

  • Mucoproteine, ad azione antimicrobica e lubrificante;
  • Acido glicolico, esfoliante degli stati superficiali della pelle;
  • Allantoina, lenitiva, rigenerante, cicatrizzante, favorisce inoltre il turnover cellulare della pelle (ossia il ricambio di cellule vecchie con cellule nuove);
  • Collagene: proteina che aiuta a rendere il derma elastico e compatto;
  • Elastina: aiuta la pelle a essere elastica e a tornare allo stadio iniziale quando sottoposta a tensioni meccaniche. Può allungarsi e contrarsi – con dei limiti – senza conseguenze;
  • Vitamina C, E ed A: potenti antiossidanti che contrastano la proliferazione di radicali liberi, favoriscono il rinnovamento cellulare e rallentano l’invecchiamento della pelle.
donna di 40 anni dopo uso di bava di lumaca

Grazie a queste sostanze, la bava di lumaca svolge azione nutriente, idratante, protettiva, antibatterica, rigenerante e lenitiva.

Non è tutto: si è scoperto anche che la composizione della bava di chiocciola (e in particolare il maggior contenuto di una sostanza piuttosto che un’altra) dipende anche da ciò di cui si nutre l’animale.

Per questo motivo, spesso gli allevatori studiano accuratamente il regime alimentare delle lumache, affinché il muco prodotto dagli animali sia il più benefico possibile per la pelle.

Gli usi della bava di chiocciola in cosmetica

Nel campo della cosmetica, la bava di chiocciola si utilizza come coadiuvante in trattamenti antiage, nutrienti e rigeneranti.

Grazie alla sua ricchezza di nutrienti viene quindi utilizzata per lo sviluppo di prodotti come creme e sieri per il viso e per il corpo in associazione ad ingredienti cosmetici, ad esempio acido ialuronico, collagene e vitamine.

Non solo: la bava di lumaca viene proposta anche pura, così da mantenere tutti i benefici delle sostanze che la compongono.

In commercio è inoltre possibile trovare prodotti per i capelli, che si servono dell’azione nutriente della bava di lumaca per rendere la chioma fluente, lucida e morbida.

Come scegliere i migliori cosmetici alla bava di lumaca

Prima di scegliere un siero o una crema a base di bava di lumaca, è importante valutare:

  • La provenienza
  • Il metodo di estrazione della bava di lumaca
  • Le certificazioni
  • La posizione dell’ingrediente Snail Secretion Filtrate nell’INCI rispetto agli altri ingredienti
  • La destinazione del prodotto: per quale tipo di pelle è indicato?

La provenienza dei cosmetici alla bava di chiocciola

In Italia, i prodotti cosmetici immessi sul mercato devono rispettare il Regolamento (CE) 1223/2009, adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, le cui norme hanno l’obiettivo di garantire un elevato livello di tutela della salute umana.

Il Ministero della Salute vigila sul rispetto di tale regolamento mediante ispezioni, valutazioni e controlli su prodotti in commercio, al fine di garantire la sicurezza delle persone che utilizzano cosmetici.

Nel nostro Paese, chi viola il regolamento sui cosmetici è punito con l’arresto e con un’ammenda fino ai 5000€.

Per la tua sicurezza, dunque, sarebbe opportuno scegliere cosmetici alla bava di lumaca venduti in Italia. Il commercio nel territorio italiano, che si tratti di online o in negozio fisico, ti dà una sicurezza che altri prodotti non possono darti.

Inoltre, perché non scegliere articoli Made in Italy per supportare le aziende italiane?

Metodo di estrazione della bava di lumaca a uso cosmetico

La bava delle lumache viene estratta con metodi meccanici o manuali.

Nel caso dell’estrazione meccanica, gli animali vengono spesso portati ad estremo stress al fine di far produrre a lungo la secrezione (le chiocciole, infatti, secernono tantissima bava in situazioni di stress e di pericolo).

Questi metodi prevedono frequentemente l’utilizzo di macchinari, di solventi chimici e di soluzioni saline che arrivano a danneggiare le lumache.

A differenza dell’estrazione meccanica, l’estrazione manuale di bava di lumaca è un metodo delicato che prevede la stimolazione del “piede” dell’animale con le dita o con dei bastoncini di cotone.

Le chiocciole producono la loro secrezione per un breve lasso di tempo e in maniera limitata: non è un caso che gran parte degli allevamenti di lumache ospitino centinaia di migliaia di esemplari!

L’estrazione manuale non sarà la più proficua in termini economici, ma è di sicuro il metodo più etico e volto alla salvaguardia delle chiocciole.

Come scoprire se la bava di lumaca sia estratta a mano oppure meccanicamente?

È più semplice di quanto sembri: cerca le informazioni sul sito del produttore di cosmetici oppure sulla scatola del prodotto. Chi usa questo metodo non lo nasconde!

Certificazioni dei cosmetici alla bava di chiocciola

Dermatologicamente testato, nichel tested, bio… Le certificazioni cosmetiche sono numerose, e per ottenerle bisogna investire sull’intera procedura, far analizzare i prodotti in laboratorio prima del confezionamento e, nel caso in cui l’iter non dovesse andare e buon fine, rivedere la formulazione.

I prodotti cosmetici certificati sono soggetti a rigorosi controlli di sicurezza e qualità. Le certificazioni garantiscono che gli ingredienti utilizzati siano sicuri per la salute e riducono il rischio di reazioni allergiche o irritazioni cutanee.

Chi investe nelle certificazioni cosmetiche ha interesse nella salute e nella sicurezza del consumatore. Di conseguenza, tantissimi utilizzatori di cosmetici cercano gli appositi sigilli stampati in confezione e sono più propensi ad acquistare un prodotto certificato piuttosto che un prodotto privo di certificazioni.

La posizione dell’ingrediente Snail Secretion Filtrate nell’INCI

L’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredient) è, detto in maniera semplice, l’elenco degli ingredienti cosmetici presenti nel prodotto.

Questo elenco segue un preciso ordine: le sostanze devono essere elencate in ordine decrescente di peso.

Ciò significa che il primo ingrediente nell’INCI sarà quello presente in maggior quantità all’interno del prodotto, seguito dagli altri con peso più basso, in ordine fino ad arrivare all’1%: sotto questa percentuale, i componenti possono essere elencati in ordine sparso.

Se cerchi i migliori cosmetici alla bava di lumaca, di certo vorrai una percentuale molto alta di questo particolare ingrediente. Cerca, quindi, prodotti che presentano la dicitura cosmetica SNAIL SECRETION FILTRATE in prima o seconda posizione nell’INCI.

In questo modo avrai la sicurezza di acquistare un cosmetico ad alto contenuto di bava di chiocciola.

Il tipo di pelle per cui è sviluppato il prodotto

Quando si acquista una crema o un siero, non bisogna dimenticarsi a chi è dedicato il prodotto, ossia alla pelle!

Durante la scelta, accertati che il cosmetico sia adatto alla tua pelle, che sia grassa, mista, secca o normale. Solo un cosmetico specifico è in grado di soddisfare le esigenze della tua cute.

Scegliere un cosmetico sbagliato per la propria pelle può causare scompensi nel film idrolipidico, irritazioni e aggravare - anziché placare - eventuali problematiche.

In conclusione

La bava di lumaca si rivela una preziosa alleata nella cura della pelle, offrendo una vasta gamma di proprietà e benefici cosmetici.

La sua composizione ricca di sostanze benefiche come acido glicolico, elastina e collagene la rende un ingrediente naturale ideale per contrastare i segni dell'invecchiamento cutaneo e migliorare l'elasticità della pelle.

Grazie alle sue proprietà idratanti e rigeneranti, la bava di chiocciola può contribuire a ridurre cicatrici, macchie e imperfezioni, donando un aspetto più luminoso e uniforme alla pelle.

Inoltre, la sua azione lenitiva la rende adatta anche per pelli sensibili o affette da problemi dermatologici.

Nel complesso, l'utilizzo di prodotti cosmetici arricchiti con bava di lumaca rappresenta una scelta naturale e efficace per preservare la bellezza e la salute della nostra pelle.

Tutto ciò che devi sapere sulla bava di lumaca in cosmetica La bava di lumaca è una sostanza che negli ultimi tempi sta facendo molto parlare di sé, soprattutto in ambito cosmetico, per via dei benefici che apporta alla nostra pelle. Si tratta di un tipo di secrezione prodotta dalle lumache con o senza guscio: […]

Tipo 1, 2 e 3: tutto ciò che devi sapere sui diversi tipi di collagene

Il collagene è la proteina più abbondante del corpo umano, che si concentra soprattutto nel tessuto connettivo della pelle, delle ossa, delle cartilagini (anche articolari), dei tendini e degli organi cavi.

La sua funzione è quella di fornire sostegno ai tessuti, mantenere l’elasticità della pelle e favorire la flessibilità e la mobilità delle articolazioni.

Viene prodotto dal nostro organismo, ma con l’avanzare dell’età – dai 25 anni circa – la sua produzione diminuisce progressivamente. Inoltre, il collagene già presente nel corpo inizia a deteriorarsi più rapidamente.

Come conseguenza, la pelle è meno soda, le ossa e le articolazioni si indeboliscono e anche gli organi cavi, tra cui la vescica, perdono tonicità.

Il corpo umano presenta poco meno di 30 tipi di collagene diversi, ma i più abbondanti vanno dal tipo 1 al tipo 3. Anche il tessuto connettivo degli animali vertebrati contiene diversi tipi di collagene, mentre le piante non ne contengono: gli integratori di collagene idrolizzato sono esclusivamente di origine animale.

In questo approfondimento vedremo nei dettagli i principali tipi di collagene, dove si trovano e quali sono le loro funzioni.

Collagene di tipo I

Il collagene di tipo I è la varietà di collagene più abbondante nel corpo umano e animale, dove rappresenta circa il 90% del collagene totale.

Ha la funzione di fornire struttura e solidità ai tessuti connettivi ed è particolarmente abbondante nella pelle, nelle ossa, nei tendini e nella cartilagine fibrosa. È inoltre presente nell’endomisio (sottile membrana che avvolge le fibre muscolari).

Le fibre che compongono il collagene di tipo 1 hanno una trama fitta e molto resistente.

Fonti di collagene tipo 1

Come anticipato, il collagene di tipo I è la varietà più abbondante non solo nell’uomo, ma anche negli animali.

Ecco dove si trova in abbondanza:

  • Pelle e lische di pesce
  • Ossa, tendini, pelle e cartilagini di manzo
  • Cartilagine, ossa e pelle di pollo
  • Sardine e anguille (se consumate intere)
  • Salmone
  • Carne di pollo, maiale e manzo (i tagli ricchi di tessuto connettivo, che però potrebbero risultare molto fibrosi)

Gli integratori di collagene di tipo 1, dedicati al benessere della pelle, dei tendini, dei legamenti, dei denti, delle ossa e della cartilagine fibrosa, vengono prodotti esattamente con queste parti animali al fine di ottenere la forma scomposta della proteina (peptidi di collagene), facilmente assimilabile dall’organismo.

Si trovano sotto forma di collagene idrolizzato in polvere o in capsule, e spesso vengono associati all’acido ialuronico, altro componente fondamentale dei tessuti connettivi.

capsule collagene tipo 1

Collagene di tipo II

Il collagene di tipo 2 è il componente principale della cartilagine, alla quale conferisce una notevole resistenza alla trazione.

Costituisce la struttura fondamentale della cartilagine ialina, la varietà più diffusa nel corpo umano, caratterizzata da una superficie bluastra, liscia e traslucida.

Questa tipologia di cartilagine comprende anche quella delle articolazioni: il collagene di tipo II rappresenta l'85-90% del collagene presente nella cartilagine articolare.

Quest’ultima svolge una cruciale funzione di sostegno, permette il movimento e ammortizza il peso che grava sulle giunture.

Fonti di collagene tipo 2

Anche negli animali, il collagene di tipo II si trova principalmente nella cartilagine.

Possiamo quindi trovarlo nelle articolazioni dei vertebrati, nella cartilagine del petto di pollo, nella cotenna di maiale ed in generale in tutti i tessuti cartilaginei. Questi, però, sono poco digeribili e si prestano perlopiù alla preparazione di un brodo, similmente alle fonti alimentari di collagene di tipo 1.

Gli integratori di collagene di tipo 2 sono dedicati soprattutto al benessere delle articolazioni e contengono collagene marino o bovino idrolizzato.

Leggi anche: Alimenti ricchi di collagene per il benessere di pelle, cartilagine e articolazioni

Collagene di tipo III

Il collagene di tipo 3 si trova prevalentemente nei tessuti dei grandi organi cavi - come i vasi sanguigni, il cuore, l'utero e l'intestino -, a cui conferisce struttura, resistenza e flessibilità.

È presente anche in altri tessuti connettivi insieme al collagene di tipo I e II, regolando il diametro delle fibrille degli altri tipi di collagene.

Oltre alla funzione strutturale, il collagene di tipo III favorisce l’aggregazione piastrinica e svolge quindi un ruolo importante nella coagulazione del sangue.

Fonti di collagene tipo 3

Gli alimenti ricchi di collagene di tipo III sono le frattaglie di bovino, suino e pollo.

Infatti, come abbiamo anticipato, questa varietà di collagene si trova in grandi quantità negli organi cavi, ossia:

  • stomaco
  • intestino
  • cuore
  • vasi sanguigni
  • vescica
  • utero

Gli integratori di collagene di tipo 3 in commercio di solito comprendono almeno un altro tipo di collagene (1 e/o 2); sono in genere dedicati alla salute della pelle e dei vasi sanguigni.

Leggi anche: I benefici del Collagene e le sue funzioni

In conclusione

Il collagene è una proteina fondamentale per la struttura della pelle, delle ossa, delle articolazioni, delle cartilagini e degli organi cavi.

La sua produzione è endogena (quindi viene prodotto dal nostro organismo), ma dai 25-30 anni in poi la sua sintesi inizia a calare progressivamente, mentre la sua degradazione accelera.

Nel nostro corpo ci sono numerosi tipi di collagene diversi, e i più abbondanti sono il collagene di tipo 1, 2 e 3, presenti non solo nell’uomo ma anche negli animali vertebrati.

È possibile integrare collagene sia con l’alimentazione, facendo attenzione a non eccedere con il consumo di carne e con il consumo di pesce di grossa taglia, sia con gli integratori alimentari di collagene bovino o marino.

Gli integratori di collagene contengono la forma idrolizzata della proteina, ossia il collagene in peptidi, facilmente assimilabile dal nostro organismo.

Immagine in evidenza: Immagine di FP_atkwork su Freepik

Tipo 1, 2 e 3: tutto ciò che devi sapere sui diversi tipi di collagene Il collagene è la proteina più abbondante del corpo umano, che si concentra soprattutto nel tessuto connettivo della pelle, delle ossa, delle cartilagini (anche articolari), dei tendini e degli organi cavi. La sua funzione è quella di fornire sostegno ai […]